C’era già passato, quella sensazione in lui non era certo nuova e temeva di poterci ricascare. Stavolta però si è fermato in tempo e ha deciso di autosegnalarsi come potenziale pericolo alle forze dell’ordine. A dare prova di un simile autocontrollo è stato un triestino di sessantasei anni che ha richiesto l’intervento dei carabinieri confessando: «Sono un pedofilo e ho bisogno che veniate a prendermi subito». Ha spiegato poi con voce concitata all’operatore del 112: «Temo che se mi passasse davanti un bambino in questo momento potrei non riuscire a controllarmi».
Alla chiamata ha fatto subito seguito l’arrivo dei militari, convinti, loro malgrado, di avere a che fare con una persona squilibrata e in preda a crisi di delirio. Una volta sul posto, però, si sono trovati di fronte una scena completamente diversa. In strada non c’era alcun forsennato ma solo un insospettabile uomo di mezza età appoggiato al portone d’ingresso di uno stabile. «Scusi – gli hanno chiesto i carabinieri, immaginando di dover cercare altrove l’autore dell’insolita telefonata – Cerchiamo una persona convinta di essere un pericoloso pedofilo. Ha idea di chi potrebbe essere?». «Eccomi – ha risposto il sessantaseienne – L’uomo che cercate sono io. Portatemi via, vi prego, perché ho paura di poter fare di nuovo del male».
Increduli, gli agenti hanno chiesto l’intervento dei sanitari del 118, che hanno trasportato l’uomo all’ospedale cittadino dove è stato trattenuto in osservazione per accertarne le condizioni psichiche. I controlli hanno dimostrato però che l’uomo non mentiva affatto: alle spalle aveva diversi episodi di violenza su minori e condanne per pedofilia. Nessuna esagerazione, dunque: quelle pulsioni incontrollabili il sessantaseienne le conosceva fin troppo bene.
*Scuola di Giornalismo Luiss
