Anche Fiorello si preoccupa per il futuro dello stabilimento Fiat di Termini Imerese e per questo rivolge un appello all’amministratore delegato dell’azienda torinese: «Caro Sergio Marchionne, anni fa hai salvato la Fiat da una situazione difficile. Ora salva Termini Imerese!». È questa la richiesta, rivolta anche alla Confindustria e al governo, che Fiorello ha pubblicato sulla home page del suo sito ufficiale.
Il comico siciliano aveva ricevuto un appello dagli operai di Termini Imerese che, proprio tramite Internet, da Facebook, gli avevano chiesto di interrompere gli spot della Fiat per solidarietà. Operai che, sottolinea lo showman, non sono «rami secchi», ma «persone, famiglie che non avranno più uno stipendio».
«Ho letto i vostri appelli e, da padre di famiglia, per di più siciliano, sono molto colpito, non solo dalla situazione di Termini Imerese, ma anche dal ruolo che mi state attribuendo, che va oltre, purtroppo, le mie possibilità di artista», scrive Fiorello.
«Rispondo solo ora – prosegue – perchè la questione è seria, e seria e meditata volevo fosse una mia risposta. Volevo essere certo di fare la cosa giusta, evitando anche di prendere posizioni demagogiche che non credo, a questo punto, servano a nessuno».
«Fiorello interrompi la pubblicità», avevano scritto gli operai della Fiat di Termini Imerese. «A dirsi è semplice – è la risposta dello showman – ma anche volendo non potrei farlo. Senza contare che gli spot sono già stati registrati, e sono di proprietà esclusiva della Fiat. Cosa faccio, chiamo Marchionne al telefono e gli dico “Interrompi la pubblicità perchè devo dare un segnale forte?” Servirebbe a qualcosa? Aiuterebbe gli operai di Termini Imerese? Se la Fiat mi usa come testimonial vuol dire che aiuto a vendere qualche auto in più. Quindi, non facendo pubblicità, possiamo dire che danneggerei la Fiat? E quindi, indirettamente, altri operai? Il segnale lo stiamo mandando adesso. Voi che mi avete scritto su Facebook, io che sto rispondendo».
Infine Fiorello si chiede se qualcuno dirà che la sua è una scelta di comodo. «Io spero – aggiunge – che, al di là delle opinioni personali, venga rispettata la mia decisione di fare semplicemente il mio mestiere, aiutando magari a far vendere più macchine nella speranza che anche altri operai non abbiano questi problemi. Ai vertici dell’Azienda, a Confindustria, al Governo, a chi può e deve risolvere questa grave situazione dico: capisco le logiche aziendali che portano, talvolta, a tagliare i rami secchi per salvare tutto un albero. In questo caso, però, i rami sono persone, sono famiglie che non avranno più uno stipendio. Ci sono due anni di tempo prima della chiusura annunciata dello stabilimento».
«Caro Sergio Marchionne, anni fa hai salvato la Fiat da una situazione difficile. Ora salva Termini Imerese! Da parte mia, vi prometto che sarò portavoce delle vostre istanze nei confronti della Fiat e non smetterò di tenere accese le luci su Termini Imerese».