Si è sentito male uno dei 16 operai dei lavoratori che sono sul capannone della Fiat di Termini Imerese. L’uomo si chiama Michele Balsamo e non è stato ancora soccorso, visto che gli operatori del 118 non sanno come intervenire.
Anche i vigili del fuoco si stanno organizzando per il soccorso. I lavoratori si trovano a un’altezza di circa venti metri. A Termini Imerese piove, soffia un forte vento e fa freddo.
Sul tetto per cercare di aiutare il lavoratore, Michele Balsamo, sono saliti i segretari territoriali della Fiom e della Uilm, Roberto Mastrosimone e Vincenzo Comella. Un infermiere della Fiat ha visitato i lavoratori in protesta: alcuni hanno la pressione a 200.
I due sindacalisti parlano di «situazione drammatica» con i lavoratori «in condizioni disperate ma decisi a proseguire la protesta»: la dimostrazione è cominciata dopo che gli operai hanno ricevuto le lettere di licenziamento. Il licenziamento è dovuto alla decisione della Fiat di riassorbire dal primo febbraio le attività di pulizia dei cassoni, finora assegnata in appalto alla Delivery email.
Mastrosimone e Comella accusano le autorità competenti di «non fare nulla per trovare una soluzione a questa drammatica vicenda». I lavoratori, che per il secondo giorno consecutivo hanno trascorso la notte in sacchi a pelo per terra, non demordono. «Da qui non scendiamo», dicono.