Terremoto Frasso Telesino (Benevento), scossa di magnitudo 2,7. Il sisma ad una profondità di 18 km (foto Ansa)
Una scossa di terremoto di 2,7 gradi è stata registrata la sera di mercoledì 21 ottobre a Brescia. L’epicentro tra il quartiere di Mompiano, zona nord della città, e Caino.
Molte le chiamate ai Vigili del fuoco ma non si registrano danni alle cose e feriti. Diversi residenti hanno detto di aver udito un forte boato.
Le acque sotterranee dell’Appennino possono oscillare in risposta a terremoti lontani, che avvengono persino in altri continenti. Lo dimostrano le anomale variazioni del livello di una falda acquifera a Popoli, in Abruzzo, monitorata per cinque anni dai ricercatori dell’Università Sapienza di Roma in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Scientific Reports, rappresentano un ulteriore passo verso una possibile futura identificazione di segnali precursori dei terremoti nelle acque. Negli ultimi anni molti studi hanno evidenziato l’esistenza di un legame tra i terremoti e le variazioni nella circolazione delle acque sotterranee. Ma quello che non è ancora chiaro è come tale fenomeno riguardi anche i ‘telesismi’. Ovvero terremoti lontani, avvenuti in altri continenti, i cui effetti sono avvertiti a migliaia di chilometri dall’epicentro.
A fare luce sulla questione è proprio lo studio della falda acquifera di Popoli. Durante i cinque anni di monitoraggio sono stati identificati i segni lasciati da eventi sismici avvenuti nelle immediate vicinanze, ma anche 18 forti oscillazioni in risposta a terremoti di magnitudo superiore a 6.5 avvenuti in tutto il mondo, anche a oltre 18.000 chilometri di distanza.
I dati mostrano inoltre una correlazione tra la distanza del terremoto e la sua magnitudo con l’entità dell’oscillazione della falda freatica. “Dall’indagine idrogeologica e sismica è emerso che le onde sismiche responsabili delle perturbazioni sono le onde di Rayleigh che viaggiano sulla superficie terrestre, raggiungendo enormi distanze”, spiega Carlo Doglioni della Sapienza e presidente Ingv. “Ora che abbiamo individuato le perturbazioni causate dai terremoti lontani – precisa l’esperto – abbiamo uno strumento in più per distinguerle dai segnali precursori indotti dai sismi vicini”. (Fonte Ansa)