La maggioranza dei membri chiede al Consiglio superiore della magistratura di intervenire a tutela dei magistrati che hanno messo sotto inchiesta la Protezione civile.
I pm hanno aperto un’indagine in cui si ipotizza, a carico dei vertici della Protezione Civile l’accusa di non aver allertato la popolazione sulla possibilità di un imminente terremoto. Per questo i pm sono stati accusati dal presidente del Consiglio di essere politicizzati e di aver messo a rischio l’opera della Protezione civile nei luoghi del disastro. Ora, per questi magistrati, la maggioranza dei consiglieri chiede “tutela” in un documento che sta per essere presentato al Comitato di presidenza.
Sottoscritta da 14 consiglieri su 25 (non l’hanno firmata i togati di Magistratura Indipendente e dei laici del Pdl), la richiesta fa esplicito riferimento alle dichiarazioni del presidente del Consiglio “nella parte in cui definisce tra l’altro politicizzata la magistratura che, accusando la protezione civile di non aver allertato la popolazione dell’Abruzzo della possibilità di un imminente terremoto, avrebbe messo a rischio l’opera della Protezione civile nei luoghi del disastro ed avrebbe messo a repentaglio l’opera di ricostruzione, in quanto ‘potrebbe avvenire che se uno ha qualche familiare che e’ morto sotto le macerie e ha una mente fragile magari gli può venire in mente di sparare”.
L’intervento richiesto è “a tutela dell’indipendenza, del prestigio dei magistrati e della funzione giudiziaria”, perché in sostanza i consiglieri hanno ritenuto denigratorie e offensive per i pm dell’Aquila le parole del premier. Il documento è stato firmato dai tre togati del Movimento per la Giustizia (Mario Fresa, Ciro Riviezzo, Dino Petralia), da tre consiglieri di Magistratura democratica (Livio Pepino, Betta Cesqui e Fiorella Pilato), da tre laici di sinistra (Mauro Volpi, Enzo Siniscalchi, Tina Tinelli),e da cinque togati di Unicost (Fabio Roia, Roberto Carrelli Palombi, Francesco Mannino, Alfredo Viola, Luisa Napolitano).
