ROMA – Salva grazie ad un rapido giro di telefonate partito da New York, passato per Roma e arrivato fino a Modena, tutto in pochi minuti. E’ stata la tempestività delle comunicazioni d’emergenza tra i soccorsi emiliani e la sala operativa della Questura di Roma a salvare una bambina di 5 anni, Vittoria Vultaggio, rimasta sotto le macerie a Finale Emilia (Modena), in seguito al crollo di un edificio dopo il sisma della scorsa notte.
A far scattare l’allarme è stata una telefonata giunta al 113 capitolino da un medico italiano che si trova a New York, il quale era stato contattato poco prima da una conoscente emiliana. La donna aveva riferito della presenza della bambina sotto le macerie.
E la macchina dei soccorsi è scattata immediatamente, consentendo di attivare i vigili del fuoco e la polizia di Modena. In attesa dell’intervento gli operatori della Questura di Roma hanno ricontattato la signora che aveva richiesto l’intervento, cercando di tranquillizzarla ed acquisendo così informazioni utili per orientare i soccorsi. In poco tempo la bimba è stata tratta in salvo e trasportata all’ospedale di Carpi.
“E’ salva per miracolo” racconta lo zio di Vittoria, sollevato dopo le ultime notizie arrivate dall’ospedale di Carpi. ”Sono corso da mia sorella – ha detto Enrico Grillenzoni – che i soccorritori stavano già lavorando. La camera di Vittoria, al primo piano, era stata travolta dall’antica torretta adiacente, peraltro fresca di restauro, il tetto le era crollato addosso ma due travi hanno retto e lei era sotto. Qualche ferita lieve a una gamba, molta paura, ma nessuna frattura. E’ stato un miracolo”
Il giro di telefonate. ”Mio figlio, a New York, era su Internet e ha letto del terremoto che ha colpito la Pianura Padana e in particolare la sua zona d’origine. E’ riuscito a parlare con noi, che invece non riuscivamo a telefonare ai soccorritori per problemi di linea. Dall’America lui e’ riuscito, e cosi’ i vigili del fuoco hanno salvato la piccola Vittoria”. Adriano Ziosi, 64 anni, decoratore in pensione, racconta all’Ansa come il figlio Marcello, 34, ricercatore alla Columbia University, ha lanciato un Sos dall’altra parte dell’oceano.
”E’ la’ da due anni – spiega – si occupa di studi molecolari, di tumori al cervello. Appena ha saputo del sisma, allarmato ci ha chiamati. E cosi’ i soccorsi li ha potuti allertare lui”. La famiglia Ziosi abita nella villetta adiacente alla casa di Vittoria Vultaggio. La loro e’ rimasta illesa, crolli di suppellettili a parte, quella della bimba e’ rimasta devastata dal crollo della torretta secentesca che ne fa parte, di recente ristrutturata in profondita’, ma che non ha retto alla fortissima scossa della notte.
Il testimone: “Lei era calma, il padre un leone”. ”La bimba è rimasta calma, pur sommersa da una coltre di un metro e mezzo di macerie. E’ il papa’ e’ stato un leone per liberarle il viso e farla respirare. Poi la protezione civile ha fatto il resto”. A parlare è Andrea Giovanardi, 50 anni, vicino di casa di Bartolomeo Vultaggio che ha aiutato nei primi soccorsi alla piccola Vittoria.
”Barto urlava di aiutarlo – dice Giovanardi – Io ero in pigiama, mi sono vestito e, devo essere sincero, c’era una parte del tetto che penzolava e la terra che tremava di continuo. Pensavo che se fosse venuto giu’ il resto saremmo morti anche noi. Ma Barto si e’ buttato nella stanza della bimba. Poi mi ha detto che quello che penzolava era solo polistirolo, isolante del coperto. L’ho seguito. Lui chiamava Vittoria, e Vittoria rispondeva in qualche modo. Siamo riusciti a raggiungerla, a liberarle il viso, a farla respirare. Le abbiamo dato acqua. I soccorsi sono arrivati un’ora dopo, non riuscivamo a chiamarli. Un’altra ora e’ servita per estrarla dalle macerie. Illesa. Un miracolo. Era sul letto. Si e’ salvata perche’ il letto era accostato alla parete”.
