Carlo Meletti, geologo e direttore della sezione di Pisa dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), intervistato dal Fatto Quotidiano, ha parlato dello sciame sismico in corso nel territorio fiorentino:
“Se ci sarà una scossa forte al termine dello sciame come accadde a L’Aquila? Per L’Aquila è andata così, ma le posso dire che da allora a oggi abbiamo avuto decine di sequenze ogni anno che non hanno portato a terremoti così forti. Nel 90% dei casi circa le sequenze iniziano, durano qualche settimana e poi finiscono. È anche vero nel 2012 in Emilia e nel 2016 nell’Italia Centrale la sequenza è iniziata subito con una scossa forte. Quindi non possiamo e non sappiamo dire cosa succederà nei prossimi giorni. La statistica ci dice che potrebbe accadere nulla, ma non possiamo escluderlo”.
“E’ una zona nota: dal dicembre 2014 al marzo 2015 nella stessa zona c’è stata una sequenza analoga a quella di questi ultimi giorni. Noi abbiamo registrato più 500 scosse e la magnitudo massima è stata 4.1. Un terremoto che non fa danni, anche se viene avvertito bene. Gli edifici sono normalmente in grado di resistere a questa magnitudo. I terremoti che precedono una scossa forte non hanno caratteristiche diverse da altri per cui si possa capire che arriverà un terremoto più forte. Non è possibile; e tra l’altro è stato oggetto di discussione durante il processo sulla Commissione Grandi Rischi a L’Aquila. Non possiamo dire cosa succederà, né escludere che succeda”.
“La storia sismica di Firenze da questo punto di vista è la più ricca d’Italia. Nel nostro catalogo abbiamo 200 dati su Firenze e sappiamo che i terremoti più forti sono stati quelli del Mugello nel 1919 con magnitudo 6.4 e quello del 1985, che è avvenuto dove ora stiamo registrando la sequenza sismica, con magnitudo 5.5. Questi terremoti provocarono danni importanti agli edifici pari all’ottavo grado della scala Mercalli. Questo è quello che potrebbe verificarsi ancora. Ma questo non può dirlo nessuno.”.