ROMA – Chi ha avuto la casa inagibile per il terremoto del 20 maggio e non vuole andare in aree di accoglienza o alberghi adibiti al caso potrà usufruire di un contributo per l’autonoma sistemazione di 100 euro per ogni componente del nucleo familiare, fino ad un massimo di 600 euro mensili. Lo stabilisce l’ordinanza firmata dal capo della Protezione Civile Franco Gabrielli.
In pratica chi non può fare rientro nella propria abitazione danneggiata dal terremoto potrà usufruire – in alternativa alla sistemazione in aree di accoglienza e strutture pubbliche e private, anche di tipo alberghiero – di un contributo per l’autonoma sistemazione fino a un massimo di 600 euro. Al momento è stata stanziata una prima tranche di 100 milioni di euro per i primi interventi urgenti nel sisma che ha colpito l’Emilia Romagna.
Il contributo di autonoma sistemazione, come spiega il sito del Comune dell’Aquila (interessato dal sisma del 2009), è una “forma di assistenza alle famiglie rimaste senza casa dopo il terremoto”. La somma a cui si ha diritto varia a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare. In caso poi nella famiglia ci siano persone con più di 65 anni o disabili la somma può aumentare. Se si richiede il contributo di autonoma sistemazione non si può richiedere un alloggio o un contratto di affitto concordato.
Nell’ordinanza è scritto che i direttori della protezione civile di Emilia Romagna e Lombardia sono autorizzati, “tramite i sindaci dei comuni interessati”, ad “assegnare ai nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa alla data del sisma sia stata distrutta in tutto o in parte, ovvero sia stata sgomberata in esecuzione di provvedimenti delle competenti autorità, un contributo per l’autonoma sistemazione fino ad un massimo di 600,00 mensili, e, comunque, nel limite di 100 per ogni componente del nucleo familiare abitualmente e stabilmente residente nell’abitazione”.
Se il nucleo familiare è composto da una sola persona, il contributo massimo è stabilito in 200 euro. Inoltre, se nel nucleo familiare sono presenti ”persone di età superiore a 65 anni, portatori di handicap, ovvero disabili con una percentuale di invalidità non inferiore al 67%, è concesso un contributo aggiuntivo di 200 mensili per ognuno dei soggetti sopra indicati”.
Il contributo resta valido fino alla verifica di agibilità dell’abitazione e, in ogni caso, non può sommarsi ad altre forme di assistenza. Dunque non viene concesso a chi è ospitato nei campi o negli alberghi. ”I benefici economici di cui al presente articolo – è scritto infatti nell’ordinanza – sono concessi in alternativa ad ogni altra forma di sistemazione alloggiativa”.
