Terremoto L’Aquila: il verbale della Commissione Grandi Rischi

Terremoto L’Aquila: il verbale della Commissione Grandi Rischi

L’AQUILA – Fu Guido Bertolaso a chiedere la convocazione della Commissione Grandi Rischi all’Aquila il 31 marzo 2009 “con l’obbiettivo di fornire ai cittadini abruzzesi tutte le informazioni disponibili sull’attività sismica”. E’ quanto si legge nella nota stampa della Protezione Civile del 30 marzo 2009, nella quale si sottolineava che “non c’e’ nessun allarme in corso da parte del Dipartimento”. Ed è di quello stesso giorno l’intercettazione tra Bertolaso e l’ex assessore alla Protezione Civile d’Abruzzo Daniela Stati nella quale Bertolaso le spiegava:

“ho detto di fare una riunione lì all’Aquila domani, su questa vicenda di questo sciame sismico che continua, in modo da zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni”.

Sarebbe stata “un’operazione mediatica” e sarebbe servita per spiegare agli aquilani come fossero “meglio cento scosse di quattro scala Richter piuttosto che il silenzio, perché cento scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa quella che fa male”.

La riunione, dai cui esiti nasce il processo, venne verbalizzata con la data 31 marzo ma, come disse nell’ottobre 2011 l’ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Enzo Boschi, quel verbale “lo considero irrilevante perché fatto dopo il sisma” e quindi firmato dai presenti in data successiva. Nel verbale si legge che Boschi riteneva “improbabile a breve una scossa come quella del 1703, pur se non si può escludere in maniera assoluta”.

Franco Barberi a sua volta spiegava come fosse “estremamente difficile fare previsioni temporali sull’evoluzione dei fenomeni sismici”. E se da un lato Claudio Eva precisa che “ovviamente essendo la zona di L’Aquila sismica, non è possibile affermare che non ci saranno terremoti”, nel documento si legge anche come “la semplice osservazione di molti piccoli terremoti non costituisce fenomeno precursore” (Boschi) e che “non c’e’ nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento” (Barberi).

Ma al di là del verbale, a fornire materiale per il processo sono state le dichiarazioni, le interviste a caldo rilasciate dopo quella riunione del 31 marzo 2009. “Le scosse di terremoto che continuano a scuotere l’Abruzzo non sono tali da preoccupare”, spiegò Bertolaso.

“La comunità scientifica conferma che non c’è pericolo – aggiunse De Bernardinis, l’unico condannato oggi in appello – perché c’è uno scarico continuo di energia, la situazione e’ favorevole, ci sono eventi piuttosto intensi, ma non intensissimi che hanno provocato pochi danni”.

Chiuse il cerchio l’assessore Stati la quale, al termine della riunione ‘mediatica’, volle rassicurare gli aquilani incitando

“i cittadini a cercare di essere sereni e soprattutto a non dare credito alle informazioni false sulla previsione dei terremoti che purtroppo in questi giorni stanno andando in giro. I terremoti non si possono prevedere, quando faranno lo sa solo il padreterno”.

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Daniela Lauria