Terremoto stretti di Messina, scossa magnitudo 3 davanti alla costa della Calabria FOTO ARCHIVIO ANSA
Una scossa di terremoto di magnitudo 3 è stata registrata all’1:01 di mercoledì nello Stretto di Messina, davanti alla costa della Calabria. Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 34 km di profondità. Il suo epicentro a 7 km da Roghudi (Reggio Calabria). Non si segnalano danni a persone o cose.
La zona tra Messina e Reggio Calabria è una zona sismica ed è normale che ogni tanto ci siano delle scosse di terremoto. C’è infatti una grande faglia normale cieca a basso angolo di immersione a Sud Est, situata principalmente al largo dello Stretto di Messina. L’Italia si trova lungo la zona di confine della placca continentale africana, e questa placca spinge contro il fondo del mare sotto l’Europa a una velocità di 25 millimetri (1 pollice) all’anno. Ciò provoca uno spostamento verticale, che a sua volta può causare terremoti.
Lo Stretto di Messina fa parte del tratto tettonico regionale noto come Arco Calabrese, un’area di sollevamento differenziale derivante dalla dinamica delle unità tettoniche ionica e tirrenica meridionale, due dei blocchi litosferici di microplacca riconosciuti nella porzione italiana altamente frammentata di il contatto Africa-Eurasia. Alcuni dei terremoti più forti avvenuti negli ultimi secoli si sono verificati nell’arco calabrese, come i terremoti calabresi del 1783 e del 1905 e il più catastrofico terremoto di Messina del 28 dicembre 1908.
Il sisma danneggiò gravemente le città di Messina e Reggio Calabria nell’arco di 37 secondi. Metà della popolazione della città siciliana e un terzo di quella della città calabrese perse la vita. Si tratta della più grave catastrofe naturale in Europa per numero di vittime, a memoria d’uomo, e del disastro naturale di maggiori dimensioni che abbia mai colpito il territorio italiano in tempi storici.