Terzigno: 12 molotov vicino alla discarica, la Digos: “E’ una strategia criminale”

Cresce la tensione a Terzigno, intorno alla discarica ex Sari. Ora l’attenzione è tutta concentrata su quelle 12 molotov pronte per l’uso, trovate domenica mattina lungo la strada degli autocompattatori diretti alla discarica del Vesuviano. Il dubbio è se le bombe erano destinate agli autocompattatori o alle persone che stavano manifestando contro la discarica.

La Digos di Napoli è comunque certa che a dichiarare guerra alle forze dell’ordine, nei giorni scorsi, siano stati dei ”criminali”. Qualcuno vuole tenere alta la tensione, ”c’è interesse ad accendere la protesta”. E non improvvisano, agiscono con una ”strategia”, spiega il capo della Digos partenopea Filippo Bonfiglio. Si è di fronte a un ”livello superiore di organizzazione”, in questa fase.

Non e’ chiaro se la matrice sia camorristica o eversiva. Questa evoluzione dello scenario, in ogni caso, preoccupa la Digos. Anche se il ministero, si spiega pure, ha già provveduto ai rinforzi; e c’è un gruppo investigativo specifico sul territorio. ”Vogliono fermare noi, non soltanto gli autocompattatori che portano i rifiuti nella discarica di Terzigno”, hanno detto gli inquirenti in una conferenza stampa. ”Insomma, ci vuole fegato per lanciare roba de genere”, ha detto in modo esplicito Bonfiglio.

”Gli ordigni sono stati lanciati contro gli autocompattatori scortati dai nostri uomini. Confidavamo invece che la presenza dei nostri agenti fosse un deterrente. Non erano li’ per attacchi del genere – ha chiarito – A questo punto riteniamo che la loro incolumita’ sia seriamente esposta”. Alcune molotov sono state trovate a ridosso di un tratto di via Zabatta: in una curva in cui gli autocompattatori sono costretti a rallentare, diventando un obiettivo facile. Altri ordigni erano stati disseminati in un vigneto: non occultati, pronti per l’uso.

E proprio la diversa collocazione delle molotov lascia intuire la strategia: ”Per come erano posizionate potevano essere due fronti, a monte e a valle della discarica – ha detto la dirigente del commissariato di San Giuseppe Vesuviano, Maria Rosaria Napolitano – Oppure l’intenzione era quella di utilizzarli prima contro i mezzi, e poi, in una eventuale fuga, per proteggersi le spalle”.

Difficile per ora dire se vi sia un collegamento fra chi agisce in questo modo a Terzigno e i ”violenti” di Chiaiano. Gli inquirenti non hanno elementi per dire che vi siano le stesse persone dietro la guerriglia. E sarebbero escluse per ora anche analogie sul possibile uso politico delle manifestazioni: ”Non credo che lo scenario politico nazionale influisca su queste dinamiche”, ha risposto in proposito Bonfiglio. Intanto, pero’, le promesse del premier Silvio Berlusconi, trapelate attraverso le parole del sindaco di Terzigno, avrebbero calmato gli animi, almeno sul fronte della resistenza civica. E ai cittadini si chiede, adesso, di tenere a distanza le frange criminali.

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