Terzigno (Napoli), scontri tra manifestanti e poliziotti contro la discarica di Sari: feriti e fermati

Ancora una notte di scontri, paura e lacrime a Terzigno (Napoli): il bilancio degli scontri tra manifestanti anti-discarica e forze dell’ordine è di due persone fermate (e poi rilasciate) e diversi feriti. Il dispiegamento di forze dell’ordine era stato imponente, con un’azione condotta in tempi rapidi ha sgomberato tutta l’area della rotonda di via Panoramica, la strada di accesso alla discarica Sari. La zona era stata presidiata da diverse ore da alcune migliaia di manifestanti, tra cui donne e bambini, portati via al primo accenno di tensioni.

Il blitz è stato condotto con una quarantina di mezzi blindati ed oltre 200 uomini tra agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza che a piedi, in assetto antisommossa, impugnando manganelli e scudi, hanno stretto d’assedio tutte le zone circostanti e inseguito i dimostranti. Numerose le cariche e i lanci di lacrimogeni: alcune persone sono state raggiunte e bloccate all’interno di un deposito di bibite. ”Perché mi picchiate, non sto facendo niente?”, ha detto una ragazza piangendo a un gruppo di agenti che l’ha circondata.

Gli uomini delle forze dell’ordine sono avanzati alla ricerca degli ultimi manifestanti, mentre i blindati percorrevano la via Panoramica a forte velocità per inseguire chi scappava. Due persone, una donna ed un ragazzo, sono stati fermati e successivamente rilasciati. Altre tre hanno riferito di essere rimaste contuse negli scontri.

L’attacco, con veri e propri corpo a corpo in alcuni casi, è arrivato al termine di una serata di altissima tensione. Un gruppo di giovani con il volto coperto da sciarpe ha lanciato grossi petardi, razzi, pietre e, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, due molotov rudimentali nei confronti dei blindati della polizia a presidio della strada di accesso alla discarica.

Gli agenti hanno risposto con un ripetuto lancio di lacrimogeni, che sono caduti in mezzo alla folla. Sono stati momenti drammatici, con gente che scappava alla ricerca di un riparo, provocando momenti di panico. Nella fuga qualcuno ha rovesciato e bruciato un’auto, sembra appartenente alla polizia.

A scatenare la nuova ondata di proteste era stata la decisione dei parlamentari del Pdl campano, insieme con il governatore Stefano Caldoro e i presidenti delle Province di Napoli, Avellino e Salerno, Cesaro, Sibilia e Cirielli, di dare il via libera alla seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio, in località Cava Vitiello. Si tratterebbe del più grande sversatoio d’Europa.

Un via libera che non è affatto andato giù ad amministratori locali (il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, si è dimesso dal Pdl) e alle popolazioni, che denunciano i gravissimi disagi già provocati dalla prima discarica aperta, la Sari, che sarebbe causa dell’inquinamento delle falde acquifere e dalla quale provengono da mesi miasmi insopportabili. Alla fine della “battaglia”, a terra restano detriti di ogni genere, nell’aria la puzza insopportabile della discarica.

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Alberto Francavilla