MILANO – San Siro, domenica 23 aprile. E' il 23' del primo tempo di Inter-Lazio. Sullo 0-0, l'arbitro ha appena espulso il portiere dell'Inter Julio Cesar e assegnato un rigore alla Lazio che si appresta a battere con Mauro Zarate. In quel momento la nicotina nell'aria dello stadio passa da 0,07 microgrammi per metro cubo a 3,43 con un incremento di 26 volte.
Questo hanno mostrato oggi con filmati e tabelle nei monitor degli strumenti scientifici, gli esperti dell'Istituto Tumori (Int) di Milano ai 300 studenti milanesi invitati in aula magna a una non-stop tra scienza e intrattenimento con la conduzione delle Iene, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco. Il tutto per dimostrare ai ragazzi che anche in un gigantesco impianto sportivo come il Meazza, il rischio del fumo passivo è una realtà . Sono poi elementi variabili (ad esempio la pressione atmosferica) che influenzano il ricambio d'aria nello stadio, a stabilire quanto tempo gli inquinanti persistono nell' ambiente, pur aperto, a danno di persone cardiopatiche, allergiche, bronchitiche, o a rischio di tumore ai polmoni.
Se due anni fa gli esperti dell'Int milanese, guidati da Roberto Boffi, mostrarono ai ragazzi come lo scarico di una rombante Hearley Davidson inquina tre volte meno di una sola sigaretta, e l'anno scorso come un minuto di fumo di sigaretta inquina ben 20 volte più di una spider Bmw Z4, quest'anno l'obiettivo è stato il fumo passivo all'aperto. Con l'aiuto di un laboratorio specializzato di Barcellona, gli esperti milanesi si sono recati a fare le misurazioni degli inquinanti da fumo allo stadio in occasione di Inter-Lazio.
I risultati sono stati sconvolgenti: la concentrazione delle PM 2,5, particelle quattro volte più fini delle PM 10 comunemente monitorate dalle centraline in città , ha raggiunto durante la partita un valore medio di 13,6 microgrammi per metro cubo, con frequenti picchi oltre i 35 microgrammi. Un livello medio doppio, ma con picchi di 10 volte, rispetto ai valori esterni. ''Le PM 2,5 – spiega Boffi – sono tra le polveri più insidiose per l'organismo: essendo così fini, scendono in profondità nei polmoni e in parte sono assorbite anche dal sangue, raggiungendo in questo modo i tessuti del corpo''.
Ma non è finita: è stata misurata anche la concentrazione di nicotina, che è passata da 0,07 a 3,43 microgrammi per metro cubo, con un incremento di 26 volte. ''Un andamento non casuale – precisa uno degli esperti dell'Int, Giovanni Invernizzi – ma influenzato dalle fasi di gioco. Il picco infatti è stato toccato al 23' del primo tempo, in occasione dell'espulsione e del rigore. In quel momento si presume che il 20% (percentuale nazionale dei fumatori) dei quasi 58.000 spettatori abbia acceso una 'bionda': ben oltre 10.000 sigarette accese contemporaneamente…''.
