Test per presidi. Miur pubblica quiz errati: annunciata valanga di ricorsi

ROMA – Di 5.750 quiz a multipla dei test di preparazione alla prova per aspiranti presidi circa 400 risposte sono sbagliate. Solo 2.836 posti sono disponibili per il 42 mila che ambiscono al ruolo. L’esame sarà il 12 ottobre e dal 1 settembre i test di preparazione sono online. Il Miur minimizza l’errore commesso sostenendo che i quiz errati sono una “percentuale fisiologica” del 7 per cento. tra gli aspiranti che rischiano di fallire già si parla di ricorso.

La prova prevista dal ministero dell’Istruzione consiste nel rispondere a 100 quiz in 100 minuti. I presidi hanno però sollevato due questioni. Una riguarda la lunghezza di alcune domande, a cui sarebbe impossibile rispondere in appena 1 minuto. L’altra l’inesattezza dei test di preparazione, che consiglierebbero la risposta errata. L’associazione docenti italiani, Adi, ha infatti verificato che su 100 quesiti con risposta errata ben 50 hanno risposte opinabili e 12 con formulazioni eccessivamente lunghe.

Le esercitazioni sono state scritte dalla Formez, il centro servizi, assistenza studi e formazione per l’ammodernamento della pubblica amministrazione, invece che dall’Invalsi, istituto deputato a svolgere tali compiti.  Il Miur avrebbe stanziato ben 40 mila euro, oltre agli 84 mila necessari alla stampa di una copia per candidato. Per ovviare al problema il ministro Maria Stella Gelmini ha scelto di trarre i 100 quiz finali solo da 5 mila con risposta esatta dei 5.750 quesiti possibili, spiegando: “Tutti i quesiti con refusi o formulazioni ambigue saranno esclusi dall’estrazione finale. Le 100 domande finali saranno estratte da una banca dati collaudata”.

La senatrice del Pd Albertina Soliani ha dichiarato: “Non c’e niente di fisiologico in tutta questa faccenda, e l’amministrazione pubblica non può minimizzare quando è in gioco la qualità della scuola e l’interesse di molti professionisti che in questi giorni sono alle prese con una valanga di quiz, incongruenti e sbagliati. Il diritto è il diritto”.

Soliani accusa inoltre il Miur di aver fatto “le cose in fretta, affidando ad esterni e in economia la gestione di una partita che poteva e doveva essere ben più seria e trasparente. I ricorsi, ampiamente prevedibili, appartengono anche essi al diritto”.

Una leggerezza quella del ministero in Via Trastevere secondo la senatrice: “Come può il Miur ignorare che alla valanga di quiz può corrispondere anche una valanga di ricorsi, con tutto ciò che questo comporta anche sul piano economico? Come può il Miur sottovalutare il rischio che all’impegno straordinario profuso dai concorrenti possa corrispondere anche la beffa?”

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