Ogni seduta costava 20 mila euro. Era questa la tariffa che lo ‘spirito bianco’, come si faceva chiamare la nomade sinti arrestata nel torinese per estorsione, pretendeva per liberare dal malocchio la sua “vittima”. Una donna di 54 anni, professionista nel campo finanziario, che per pagare la finta maga ha perso in sei mesi la cifra record di 300 mila euro.
“Questi soldi devono essere lavati, ma te li restituirò”, era la litania inventata dalla nomade, una sinti di 43 anni, che in alcune occasioni aveva eseguito veri e propri giochi di prestigio. Come fare apparire un pezzo di carne all’interno di un uovo, la “prova” secondo la falsa fattucchiera che la professionista era vittima del malocchio.
“So che tuo figlio è uscito da una brutta malattia, ma il malocchio c’é ancora”, aveva detto alla sua vittima, che prima di essere avvicinata era stata studiata in ogni dettaglio. Oltre al figlio malato, la nomade sapeva anche dei genitori anziani e del suo matrimonio ormai concluso. Informazioni utilizzate per far funzionare il raggiro, fino a quando la donna ha mangiato la foglia e si è rivolta alla polizia.