La vittima del presunto episodio di razzismo è stata adottata quando aveva quattro anni, parla perfettamente l’italiano e lavora in uno studio legale del capoluogo piemontese. Poco prima di partire per un viaggio, aveva notato un paio di scarpe da escursione nel negozio del centro commerciale e, visto che era esposto anche il suo numero, era entrata per chiedere di provarle. A quel punto, ha raccontato, la commessa le avrebbe chiesto che cosa desiderasse e, poi, per chi fossero le scarpe.
Saputo che erano per la donna di colore, le avrebbe risposto ”Mi dispiace, ma non abbiamo niente”. Sentitasi umiliata e dopo essersi confrontata con un’amica, la donna ha raccontato l’accaduto al quotidiano Repubblica, che ha interpellato anche la società a cui fa capo il negozio in cui sarebbe accaduto l’episodio e la stessa commessa. ”Non sottovalutiamo la vicenda – hanno detto i responsabili dell’azienda – e anzi vogliamo verificare i fatti e arrivare fino in fondo. Se si rivelassero veri, avvieremo un’azione disciplinare nei confronti della nostra dipendente, fino ad arrivare al licenziamento”. La commessa, dal canto suo, dice di non ricordare nessun episodio del genere: ”Per me – dice – si tratta solo di un’ingiuria che può rovinare la mia vita e la mia carriera”. Ora starà all’inchiesta aperta dalla magistratura stabilire chi dice la verità.