Torino, mercato dopo la protesta dei Forconi: verdura, prezzi raddoppiati

Protesta dei Forconi a Torino (Foto LaPresse)

TORINO – Lo sciopero del Movimento dei Forconi è terminato e il mercato di Torino giovedì 12 dicembre ha riaperto. I prezzi all’ingrosso sono raddoppiati e la corsa agli acquisti non c’è stata. Risultato? Chi, prima della protesta, non è riuscito a svuotare il banco ha buttato la merce avanzata. Pochi gli acquisti anche giovedì e nuove proteste sono state annunciate.

Fabrizio Assandri e Paolo Coccorese su La Stampa scrivono che gli acquisti sono stati pochi, dopo il lungo sciopero, e i prezzi più alti:

“Il motivo dietro i cancelli del Caat, il mercato all’ingrosso. È stato liberato dai blocchi, ma i prezzi della verdura sono aumentati rispetto a venerdì, la merce era poca. Qualcuno azzarda che si tratti di speculazione, altri parlano del mix letale tra il maltempo al Sud e i disagi degli scioperi. C’è chi ha persino rinunciato a rifornirsi. Il banco di Angelo Arricale, al mercato di corso Sebastopoli, ieri era vuoto al 90 per cento, c’erano solo dei porri. «Clementine, carciofi, zucchine e peperoni sono aumentati dai 20 ai 50 centesimi al chilo rispetto a venerdì»”.

Chi non è riuscito a vendere prima della protesta ha dovuto buttare la merce:

“Chi non era riuscito a fare fuori tutto prima della serrata (come ha fatto la maggior parte degli ambulanti) s’è trovato la merce in casa. «Abbiamo tenuto la frutta in frigo, ma molta era da buttare» dice Marco Franco dal suo banco in corso Racconigi. Quello che s’è salvato è stato riproposto ai clienti, in saldo”.

Per solidarietà alla protesta, in molti hanno preferito il mercato ai supermercati:

“Molti hanno appoggiato la protesta – in piazza Nizza c’è chi per solidarietà ha evitato di rifornirsi al supermercato -. Alcuni si sono lamentati. «Il 40%, quasi tutti pensionati, erano arrabbiati perché non sapevano dove fare la spesa», dice Giada Pagano in piazza Forconi”.

Nuovi disagi però si annunciano:

“I blocchi stradali e il diffondersi della protesta al Sud, specialmente in Puglia, aumentano le difficoltà. Se si fermano i tir, i grossisti rischiano di rimanere all’asciutto di verdura, frutta e formaggi. E i prezzi sono destinati a salire”.

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