TORINO – Sgominata a Torino, una banda che rubava biciclette di “lusso”. Tre gli arrestati: sceglievano le migliori rubandole nei box e le spedivano all’estero.
La storia la racconta Fabrizio Assandri Paolo Coccorese in un articolo pubblicato da La Stampa dal titolo: “Dove finiscono le bici rubate? Ecco i ricettatori a due ruote”.
Blitz Quotidiano propone ai suoi lettori l’articolo completo:
“”Ha chiuso il negozio di bici?”. È l’innocente domanda di un residente, stupito dal trambusto di ieri in via Scarlatti, Barriera di Milano. Ma nella vecchia boita, dietro piazza Foroni, in una delle parti più vecchie del quartiere, non c’era un negozio: i vigili vi hanno trovato la centrale operativa di un operoso gruppo di ladri di biciclette. Bici «di lusso», mountain-bike da corsa, insieme a caschi di marca e abbigliamento sportivo. Refurtiva che, secondo i primi accertamenti, non è stata rubata con il classico sistema del taglio della catena, ma con furti mirati nei box auto. In ordine e imballate In ordine e imballate Erano in ordine, alcune già imballate, forse pronte per essere spedite all’estero. Le bici trovate ieri in via Scarlatti sono 72: il valore stimato supera i 150 mila euro, considerando che si tratta di usato (il prezzo delle bici nuove è in alcuni casi superiore ai cinquemila euro l’una)”.
“Le «boite», un tempo botteghe degli artigiani, oggi sono usate come ripostiglio, ma c’è anche chi ci dorme. I vigili che hanno condotto l’operazione, arrestando tre cittadini di origine marocchina, in regola con i documenti, ora lanciano l’appello ai legittimi proprietari affinché le riconoscano. Alcune segnalazioni arrivano da Torino Nord e Borgaro, ma si è scoperto, sempre attraverso le denunce, che alcune erano state rubate a Rimini e nel savonese. Il sospetto è che situazioni come quella venuta alla luce ieri non siano affatto isolate. Solo pochi mesi fa i vigili avevano scoperto un deposito per bici rubate in via Bologna, a pochi passi da Porta Palazzo. Era anche venuto alla luce il meccanismo utilizzato per non farsi scoprire: le bici spesso vengono smontate, spedite all’estero e vendute su Internet o nei mercatini”.
“L’altro ieri uno degli arrestati, in sella a una mountain-bike da corsa risultata poi rubata, dopo aver incrociato i civich aveva provato a dileguarsi. Questi lo hanno seguito fino a casa, la stessa abitazione di residenza di un altro uomo denunciato per ricettazione appena pochi giorni prima: vendeva le dueruote a Porta Palazzo. I tre arrestati non avrebbero agito da soli: i furti nei box sarebbero coordinati con altri complici. Se si somma al valore delle bici quello dell’altra refurtiva trovata (un generatore da cantiere, attrezzi edilizi, caschi da moto, strumenti musicali tra cui un violino) si arriva alla somma di 220 mila euro. Come ritrovarle Nel prossimi giorni, sul sito www.comune.torino.it/vigiliurbani, saranno pubblicate le foto delle due ruote. I vigili cercheranno i proprietari mettendo annunci anche sui social network e parlando con le associazioni e i gruppi di appassionati di due ruote con cui sono in contatto. «Sono molto felice per il risultato raggiunto quest’oggi dalla polizia municipale, perché il progetto ladri di biciclette risponde a un problema ormai molto sentito dalla città. So che il furto di una bici può essere molto doloroso» dice l’assessore Giuliana Tedesco”.
“Le zone a rischio Le aree da cui arrivano più segnalazioni di furti di bici sono il nuovo campus Einaudi, l’area intorno a Porta Nuova e via Nizza, Porta Palazzo. Ultimamente, diverse segnalazioni di furti nei box, arrivano dal quartiere San Donato. Da gennaio a settembre 2012 ci sono state appena 26 denunce di furti, da novembre ad oggi sono 579 le segnalazioni e le denunce. Per i vigili della task force contro il furto di bici questi numeri sono il segno di un piccolo successo. Chi subisce un furto, oltre al danno psicologico per perdita un mezzo a cui spesso si è molto legati,crede non poterla ritrovare e non denuncia. Il consiglio, per poter dimostrare di essere il proprietario della bici, è di fotografarsi in sella e segnarsi il codice di riferimento del telaio. Secondo i vigili i furti sono in crescita, «un po’ per la crisi, un po’ per l’aumento delle bici in circolazione dettato dal cambiamento nelle abitudini dei torinesi» spiega la dirigente Paola Loiacono. Nell’anno in corso sono state ritrovate 146 bici (comprese queste 72): 54 sono state restituite (33 erano del Tobike)”.