Tre fendenti in pancia soltanto per avere cercato di portare a termine il proprio lavoro. E’ finita così, poco dopo la mezzanotte di ieri, la vita di Pasquale Cardillo, 58 anni di Torino, addetto di una ditta di pulizie che è stato accoltellato da un clochard trovato a dormire su un treno Frecciarossa fermo nello scalo di smistamento tra le stazioni ferroviarie di Porta Nuova e del Lingotto.
Gli agenti della Polfer, coordinati dal commissario capo Valentina Irrera, hanno individuato e arrestato dopo alcune ore l’autore del delitto, Pietro Albanese, 47 anni, che da circa 15 dorme nelle stazioni torinesi.
Come ogni sera, Cardillo, prossimo alla pensione e convivente con una donna di origini bulgare, stava facendo le pulizie insieme a un collega a bordo dei treni fermi. Quando si è trovato nel corridoio di collegamento tra le carrozze 8 e 9 del convoglio ha visto il barbone addormentato. «Devi spostarti – gli ha detto – perché io devo pulire». A quel punto è esplosa l’improvvisa furia del suo interlocutore, che ha estratto un coltello e gli ha scagliato i fendenti, lasciandolo in una pozza di sangue sotto gli occhi del collega sbigottito.
L’uomo è morto in pochi minuti, mentre il suo assassino si è dileguato facendo perdere le proprie tracce. Sentito il testimone e identificato l’aggressore, è scattata la caccia all’uomo che ha visto in campo, oltre agli agenti della polizia ferroviaria, anche quelli della squadra mobile. Le battute sui vagoni si sono protratte fino a poco dopo le 7,30 quando, non distante dal Frecciarossa su cui aveva ucciso, Albanese è stato trovato seminudo e addormentato.
Insieme ai suoi effetti personali gli uomini è stato trovato anche un kit di coltelli da cucina. Ora toccherà alla scientifica appurare se tra questi vi è anche l’arma del delitto. Dopo l’arresto l’aggressore è stato condotto in procura, dove è stato interrogato dal pubblico ministero Antonio Malagnino. Tuttavia, ha detto di non ricordare nulla di quanto avvenuto stanotte. Non è escluso che fosse ubriaco, in quanto da tempo era dedito all’alcol.
L’omicidio ha scatenato polemiche sulla sicurezza per i lavoratori che operano nelle stazioni torinesi. Martedì 27 aprile tra le 13 e le 14 i dipendenti della Dussman Service, ditta per cui lavorava la vittima, e di altre imprese si sono fermati per un’ora in segno di protesta contro «le gravi carenze», sostiene l’Ugl, in cui sarebbero costretti a lavorare. E la Fit-Cigl parla di «vergognosa politica nel settore da parte del gruppo Ferrovie dello Stato, che ha risparmiato sugli addetti alla sicurezza senza riuscire a stringere accordi efficaci di prevenzione con la polizia ferroviaria. Stanotte avrebbe potuto essere ucciso chiunque».
