L’esercito del posto fisso torna alla carica da Milano a Napoli, passando per Varese. Sono in migliaia gli aspiranti lavoratori che sognano di abbandonare la precarietà e dirottano le speranze nei mega concorsi pubblici.
Al Forum di Assago per 50 posti a tempo indeterminato per maestre d’asilo si sono presentate 6.500 persone pronte a sgomitare per ottenere un contratto a Milano. Proporzione da “concorsone” al Comune di Napoli dove per 534 posti c’erano 112 mila pretendenti.
A contendersi una poltrona da impiegato comunale a Treviso c’erano 857 aspiranti, mentre a Busto Arsizio si sono proposti in 2000 per 16 posti da vigile e dipendenti generici.
Il popolo del posto a tempo determinato però sgomita per retribuzioni economiche non certo da milionari: gli stipendi, almeno quello del compito di Milano, viaggiano su nemmeno 20 mila euro l’anno: esattamente 19mila 454 euro l’anno, per tredici mensilità più un’indennità da 46 euro al mese.
La colpa è della crisi e a pagarne le spese sono i giovani: uno su tre cerca lavoro, almeno dai 15 ai 24 anni. E’ un vero incubo per le nuove generazioni: “Stiamo vivendo – spiega a Repubblica Paolo Feltrin, docente all’Università di Trieste, esperto di mercato del lavoro – la prima crisi economica vera, che produce una difficoltà reale, a partire dal ’92. Nel ’96 e nel 2001 avevamo già visto dei rallentamenti dell’economia, ma non come oggi. Questa è una scoppola durissima, che dura già da venti mesi e si tratta di un’esperienza nuova per tutti quelli che sono entrati nel mondo del lavoro negli ultimi vent’anni. Prima, al nord, se perdevi il lavoro, ne trovavi subito un altro, oggi non è più così. E l’unica strada rimasta è quella di andarsene all’estero o di partecipare ai concorsi”.