FIRENZE – Sono passati vent’anni ma la tragedia del Moby Prince, il traghetto della Navarma a bordo del quale il 10 aprile 1991 morirono 140 persone dopo lo schianto contro la petroliera Agip Abruzzo, è rimasta senza colpevoli. E la richiesta di giustizia è stata sollevata ancora una volta, durante le celebrazioni ufficiali, dai familiari delle vittime che non si arrendono, che chiedono a chi sa di dire quello di cui è a conoscenza: ”chi sa parli e gli Stati Uniti, se hanno tracciati radar o fotografie satellitari, li mettano a disposizione”, ha detto Loris Rispoli, presidente del Comitato ‘140’.
Livorno continua a ricordare quella sera, quando tutto sembro’ non funzionare a dovere, quando per un’ora nessuno si rese conto che oltre all’incendio sulla petroliera, carica di oltre 80 mila tonnellate di petrolio, c’era il traghetto alla deriva della rada del porto. Una palla di fuoco, trasformatasi ormai in una bara galleggiante quando venne raggiunta dai primi soccorritori.
Uno solo si salvò, il mozzo Alessio Bertrand che 20 anni dopo dice che l’incubo di quella notte ”non vuole” abbandonarlo e lo costringe a prendere psicofarmaci per dormire. Le ultime novità sulla riforma della giustizia potrebbero bloccare definitivamente la possibilita’ di arrivare a capire di chi furono le responsabilità , chi sbagliòo chi avrebbe potuto fare di più.
In aiuto dei familiari delle vittime del Moby arrivano altri Comitati, quelli dei familiari di altre tragedie o stragi. A Livorno, a gridare la loro ”rabbia”, c’erano anche alcuni dei familiari delle vittime del 29 giugno 2009 a Viareggio. ”Siamo stanchi, siamo stufi”, ha detto la portavoce dell’Assemblea ”29 giugno” Daniela Rombi, invitando i comitati delle vittime del Moby a unire le forze, annunciando la sua presenza mercoledi’ prossimo a Roma, insieme ai comitati delle famiglie delle vittime del terremoto dell’Aquila davanti alla Camera per protestare contro la riforma per il processo breve. La richiesta di giustizia, ha assicurato il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, unisce cittadini e istituzioni.
