Rachele, l’amica della trans Roberta trovata il 5 giugno morta impiccata, ha riferito di essere stata aggredita da un giovane, presumibilmente intorno al 25 maggio, pochi giorni dopo la sua testimonianza al processo sul caso Marrazzo.
Lo hanno riferito i legali della trans Rachele, gli avvocati Walter Biscotto e Nicodemo Gentile. I legali che sono gli stessi della famiglia della trans Brenda, scomparso lo scorso anno, hanno ancora spiegato che Rachele, attualmente a Palma di Maiorca, ha confermato la notizia che “Roberta, la trans morta ieri, avrebbe avuto problemi con gli ormai noti carabinieri del caso Marrazzo”.
“Questa morte getta ulteriori ombre sul mondo dei trans di Roma. Un mondo dove ricatti, violenze e prevaricazioni la fanno da padroni”, hanno detto i legali.
Riguardo all’aggressione subita da Rachele, gli avvocati hanno aggiunto: “Si tratta di un episodio preoccupante commesso da un giovane, rispetto al quale stiamo raccogliendo informazioni. Questi nuovi fatti confermano l’esistenza di torbide situazioni ancora tutte da chiarire nell’ambito delle quali sicuramente è da ricercare quel movente che ha portato anche alla morte di Brenda”.
Intanto la procura di Roma ha aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato e senza indagati, sulla morte di Roberta, trovata impiccata nella sua abitazione in via Tor di Quinto.
L’autopsia ha confermato che la morte sarebbe dovuta a suicidio. Gli accertamenti sul decesso sono affidati al pm Francesca Loy. Il magistrato ha compiuto oggi un sopralluogo nell’abitazione di Roberta insieme con il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il sostituto Rodolfo Sabelli, questi ultimi titolari dell’inchiesta sul caso Marrazzo e sulla morte del pusher Gianguerino Cafasso.
La presenza di Capaldo e di Sabelli era legata all’eventuale raccolta di elementi utili per collegare il caso di Roberta a quelli dei quali si stanno occupando.
Nell’appartamento,però, non sono stati trovati elementi tali da far pensare a fatti violenti. Il pm Loy vorrebbe comunque fare luce sulle frequentazioni di Roberta e per questo motivo starebbe per disporre una serie di accertamenti, a cominciare dall’esame dei tabulati delle sue utenze telefoniche.
La tesi del suicidio è sostenuta anche da China, una trans che conosceva Roberta: “E’ stato sicuramente un suicidio, Roberta era pazza. Non è stata la prima volta che ci provava. Le avevo detto più volte di lasciar perdere”, ha detto China in una testimonianza raccolta dalle telecamere di News Mediaset.