Ha preferito morire piuttosto che vivere nella sofferenza: Renzo Betteti, malato di Sla, è morto il 28 dicembre nella sua casa di Treviso.
L’uomo, 62 anni, ha rifiutato di sottoporsi a tracheotomia: con le vie respiratorie ormai compromesse, era questa l’unica possibilità che aveva Renzo per mantenersi in vita.
Ma lui, tramite l’ex fisioterapista, ha reso nota la propria volontà : non essere sottoposto ad alcuna forma di accanimento terapeutico. Un’intenzione che è poi stata ribadita al medico che lo stava seguendo, e che ha continuato a seguirlo fino all’ultimo respiro.
«Non me la sento di finire come una pianta in un vaso di fiori, che viene alimentata, non può parlare, ha gli occhi aperÂti e il cervello che funzioÂna… ». Queste le parole pronunciate da Betteti ad un network veneto che lo aveva intervistato a ottobre.
L’uomo aveva poi rivolto un invito alla classe politica, che in quei giorni stava dibattendo sul testamento biologico: «Se un politiÂco si rendesse conto della sofÂferenza che abbiamo noi qua a letto, che non possiamo neÂanche grattarci un orecchio, non lo so se tanti la penserebÂbero lo stesso nel modo in cui ne stanno discutendo in queÂsti giorni. Vogliono togliere la possibilità e l’autonomia alla persona di decidere della proÂpria vita».
