PORDENONE – Rosaria Patrone, la studentessa di 24 anni di Somma Vesuviana (Napoli), agli arresti domiciliari per favoreggiamento nel duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone, lunedì mattina non parteciperà all’interrogatorio di garanzia.
Secondo quanto è emerso, la strategia difensiva non è mutata e comunque la giovane, se presente, si avvarrebbe della facoltà di non rispondere, come fatto nel corso dell’interrogatorio dello scorso 23 dicembre. La notifica del verbale di udienza sarà fatta all’avvocato Costantino Catapano o più probabilmente a un suo delegato.
La scelta di proseguire nella strategia del silenzio sarebbe stata dettata dalla necessità di visionare gli atti dell’inchiesta fino ad ora preclusi alle difese dei due arrestati. In questi giorni la giovane, al pari del fidanzato Giosuè Ruotolo, in carcere a Belluno con l’accusa di duplice omicidio premeditato – il quale stamani ha ricevuto la visita dei genitori, la prima da quando è stato arrestato lunedì sera – sta studiando la corposa ordinanza del Gip di Pordenone Alberto Rossi che consta di 32 pagine zeppe di accadimenti e accuse circostanziate.
Sarebbe legato al diverbio che vide protagonisti Giosuè Ruotolo e Trifone Ragone il movente del duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone per il quale lo stesso Ruotolo è stato rinchiuso nel carcere di Belluno. È quanto emerge da fonti investigative della Procura di Pordenone. Secondo quanto apprende l’Ansa, i dissapori nacquero quando i due commilitoni – ed ex coinquilini – furono protagonisti di un acceso scambio di vedute che degenerò fino allo scontro fisico. Da allora Ruotolo, secondo l’accusa, avrebbe pianificato la propria vendetta messa poi in atto la sera del 17 marzo nel parcheggio del palazzetto dello sport cittadini.