Trifone Ragone, la mamma: “Non era tipo da fare a botte”

Trifone Ragone, la mamma: “Non era tipo da fare a botte”

ROMA – Trifone Ragone non era un facinoroso, la madre del ragazzo ucciso insieme alla fidanzata Teresa Costanza non ci sta e ribatte contro alcune indiscrezioni di stampa riguardo l’inchiesta in corso. Scrive Urban Post citando le parole della signora Ragone:

“Mio figlio era una persona molto religiosa, non un facinoroso che andava a fare a pugni nelle bettole! Era autorevole, un militare, e che nessuno si permetta più di infangare la memoria sua e di Teresa! Sono morti da martiri non avevano fatto mai del male a nessuno!”.

con queste parole Eleonora Ragone in collegamento da Adelfia con Pomeriggio 5 ha difeso il figlio, Trifone Ragone, assassinato insieme alla fidanzata il 17 marzo 2015, a Pordenone. La donna era visibilmente alterata, dilaniata dal dolore per la perdita del figlio, e molto infastidita dalle indiscrezioni giornalistiche che circolano da giorni, secondo cui da alcuni messaggi inviati a Teresa una settimana prima di morire, Trifone avrebbe fatto a botte con un misterioso “raschi”. Pista investigativa, quest’ultima, mai battuta dalla Procura, che invece ritiene responsabile del delitto, Giosuè Ruotolo, e sulla quale invece il difensore del militare campano indagato vorrebbe chiedere maggiore approfondimento.

Della stessa opinione anche l’avvocato della difesa, Nicodemo Gentile, che sostiene che “a Ruotolo andrebbe contestato anche il reato di stalking” e che “non restano dubbi sulla premeditazione”. Il delitto “può essere stato compiuto soltanto da chi serbava un rancore feroce e mai sopito”.

Trifone, al contrario, secondo l’avv. Gentile, “non era un facinoroso e non ha mai avuto screzi con alcuno fuorché con il Ruotolo che, invece, da callido mentitore, come tutti gli stalker, li ha sempre negati”. Altro importante punto a favore dell’accusa dunque. Spiega l’Ansa che la decisione del Riesame di Trieste di rigettare l’istanza di scarcerazione di Giosuè Ruotolo pone gli investigatori in una posizione di forza (la loro tesi è che sarebbe stato il militare campano a fare fuoco, nella notte del 17 marzo 2015, fuori dal Palasport, uccidendo Trifone Ragone e Teresa Costanza).

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Elisa D'Alto