PORDENONE – Trifone Ragone e Teresa Costanza: per Giosuè Ruotolo la difesa della famiglia di Trifone chiede anche l’accusa di stalking.
In una nota il legale Nicodemo Gentile sostiene dunque che “a Ruotolo andrebbe contestato anche il reato di stalking” e che “non restano dubbi sulla premeditazione”. Il delitto “può essere stato compiuto soltanto da chi serbava un rancore feroce e mai sopito”.
Trifone, al contrario, secondo l’avv. Gentile, “non era un facinoroso e non ha mai avuto screzi con alcuno fuorché con il Ruotolo che, invece, da callido mentitore, come tutti gli stalker, li ha sempre negati”. Altro importante punto a favore dell’accusa dunque. Spiega l’Ansa che la decisione del Riesame di Trieste di rigettare l’istanza di scarcerazione di Giosuè Ruotolo pone gli investigatori in una posizione di forza (la loro tesi è che sarebbe stato il militare campano a fare fuoco, nella notte del 17 marzo 2015, fuori dal Palasport, uccidendo Trifone Ragone e Teresa Costanza).
Dalla Procura nessun commento ufficiale, ma traspare la soddisfazione nel veder riconosciuta la bontà del lavoro che ha visto impegnate una cinquantina di persone per oltre un anno: personale che sta ultimando le verifiche, ma che non sarebbe sulle tracce di alcun complice, come ventilato da qualche indiscrezione. L’unico elemento su cui i Carabinieri stanno cercando di fare luce, continua l’Ansa, è su come Ruotolo possa essere entrato in possesso della pistola Beretta. Circa gli indagati, a parte quelli attuali ci furono soltanto, per qualche giorno nel mese di settembre, i due coinquilini e commilitoni di Ragone e Ruotolo, e un testimone reticente, ancora nelle primissime fasi dell’inchiesta: tutte posizioni archiviate.