MILANO – Il Tar della Lombardia ha 'azzerato' i vertici dell'Aci (Automobile club) di Milano, accogliendo il ricorso di una socia dell'ente pubblico, e dichiarando ''nulli'' la nomina dei 9 componenti del consiglio direttivo, tra cui Geronimo La Russa, figlio dell'ex ministro della Difesa ed esponente del Pdl Ignazio La Russa, e quella del presidente Carlo Edoardo Valli.
La decisione del tribunale amministrativo arriva dopo che proprio la nomina di alcuni componenti dell'Aci milanese era finita in passato al centro di polemiche. I giudici della terza sezione (Domenico Giordano-Dario Simeoli-Fabrizio Fornataro), accogliendo il ricorso presentato da Roberta Ciceri, socia dell'ente, si richiamano a una norma di un decreto del 2010, nel quale viene stabilito che tutti gli enti pubblici devono essere ''costituiti da un numero non superiore, rispettivamente, a cinque e a tre componenti''.
Il 22 luglio 2010, invece, l'assemblea dei soci ha nominato 9 componenti del consiglio direttivo, tra cui anche Eros Maggioni, compagno dell'ex ministro Brambilla. Secondo il Tar non e' stata rispettata la ''prescrizione limitativa del numero dei componenti gli organi amministrativi e di controllo''.
La nullita' della nomina del presidente dell'Aci Milano, scrivono i giudici, deriva dal fatto di ''essere egli stato nominato da un organo inesistente (in quanto a sua volta nominato con atto nullo)''. Il voto espresso, poi, dal medesimo presidente, si legge ancora nell'ordinanza, ''in seno all'assemblea dei soci di Sias (la societa' che gestisce l'Autodromo e il Gran Premio di Monza), e' un voto invalido, ma le sue implicazioni civilistiche sulla validita' della nomina del consiglio di amministrazione di Sias Spa, fuoriescono dalla giurisdizione del giudice amministrativo, in quanto riferite ad un soggetto operante secondo moduli organizzatori e di azione di diritto civile''. Quest'ultima questione dovra' essere affrontata dal ''giudice ordinario''.
Nel gennaio 2011, la 'Lista per la Trasparenza', esclusa nell'estate precedente dalla corsa per il rinnovo delle cariche all'Aci di Milano, aveva presentato esposti alle procure di Milano e Monza e un atto di diffida nei confronti anche dell'allora ministro del turismo, Michela Vittoria Brambilla.
Sei mesi fa, quando era stata sollevata la problematica del numero dei componenti, l'Aci aveva chiesto un parere al Consiglio di Stato nel quale si determinava la ''non applicabilita' dell'articolo 6, comma 5, del decreto legge numero 78 del 2010'' (quello che prevede un massimo di 5 consiglieri), alle Federazioni ACI. In sostanza, il Consiglio di Stato aveva confermato che gli organi dell'ACI non fanno parte di quegli organismi soggetti, per legge, dal 2010, alla riduzione del numero dei consiglieri.