Tutti gli attentati a firma Federazione Anarchica Informale

Il volantino recapitato a "Libero"

Tanti attentati di basso profilo. Una continuità di azioni che fa della Fai, la Federazione Anarchica Informale, il gruppo che ha rivendicato i pacchi bomba all’università Bocconi di Milano e al Cie di Gradisca di Isonzo, una delle  «sigle più attive nel recente panorama eversivo».

Lo scrivono i servizi segreti nell’ultima Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza consegnata al Parlamento. Per l’intelligence negli ultimi anni è calato il numero degli attentati veri e propri, «anche  – prosegue la relazione – in ragione dei successi dell’azione di contrasto e della continuità nel dispositivo di prevenzione».

Ma la Fai rimane un’organizzazione attiva e vitale:  nonostante la «prolungata stasi», l’area anarco-insurrezionalista si conferma, sempre secondo i servizi segreti,  «l’area eversiva più vitale», caratterizzata da «una serie di attentati di basso profilo operativo, non rivendicati, in danno di obiettivi-simbolo delle campagne libertarie contro la «repressione e lo sfruttamento ambientale».

È stata la Fai, nel 2003, a rivendicare l’attacco con un pacco bomba all’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. In precedenza, la stessa organizzazione, aveva tappezzato Torino di scritte contro il commissario Mario Calabresi.

Negli ultimi anni l’organizzazione anarchica, in associazione con sigle diverse, è stata responsabile di diversi attentati dinamitardi in varie località del Paese. Tra gli obiettivi: un commissariato di polizia, a Genova-Sturla, caserme dei carabinieri, a Milano e quella del Ris di Parma, la casa circondariale di San Vittore e un’agenzia di lavoro interinale.

Plichi esplosivi rivendicati dal Fai vennero inviati, nell’aprile del 2004, agli allora vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e al direttore di un’associazione che opera presso il Cpt di Modena e al sindaco di Torino Sergio Chiamparino.

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Emiliano Condò