È stato condannato a sedici anni di carcere Luigi Guadadiello, l’uomo che, lo scorso dicembre, aveva ucciso il presunto stupratore della fidanzata.
Il ventottenne di Squinzano, Lecce, era partito dalla propria città natale per tornare dalla ragazza con la quale conviveva a Brignano Gera d’Adda, Bergamo. Ad un certo punto del tragitto, lei lo aveva chiamato: «Sono stata violentata». Il presunto aggressore era stato identificato dalla donna come il marocchino Abdelghani Khadda, trentunenne senza fissa dimora, da tempo ospite di una sua vicina di casa.
E così Luigi, procuratosi due coltelli, era ripartito alla volta del bergamasco con la ferma intenzione di farsi giustizia da solo. Giunto a destinazione, senza perdere tempo si è subito diretto a casa della vicina, dove ha accoltellato a morte il nordafricano.
Portata a termine la vendetta, il giovane è stato fermato poco dopo in un bar dalle forze dell’ordine, alle quali si è consegnato senza opporre resistenza e confessando immediatamente il delitto.
Secondo il resoconto di Guadadiello e della sua fidanzata, questa sarebbe stata violentata da Khadda la sera del 15 dicembre. L’uomo si sarebbe introdotto nella dimora della coppia, appena dopo aver conosciuto lei a casa di amici comuni.
Il gup di Bergamo ha riconosciuto l’attenuante della provocazione e ha dunque giudicato il giovane con rito abbreviato: l’accusa aveva chiesto 22 anni e 8 mesi.
*Scuola di giornalismo Luiss
