Una cella comoda in cambio di un lavoro: arrestata guardia penitenziaria a Roma

Una cella comoda in cambio di un lavoro: arrestata guardia penitenziaria a Roma

ROMA – Una guardia penitenziaria, a Roma è stata condannata quattro mesi per avere aiutato un amico detenuto ad ottenere una sistemazione migliore. In cambio, l’agente avrebbe ottenuto l’assunzione come facchino di un suo fratello disoccupato. La vicenda è stata scoperta al colloquio: il detenuto si è infatti confidato con la compagna e il colloquio è stato registrato. La vicenda la racconta Adelaide Pierucci in un articolo pubblicato sul Messaggero:

” Il detenuto voleva una cella meno angusta. L’ispettore della polizia penitenziaria addetto alla sorveglianza un posto di lavoro per il fratello. È bastato uno scambio di battute qualche anno fa nei corridoi di Regina Coeli per far accordare un carcerato e un poliziotto. Un patto illegale, fuori da ogni regola, che ieri è stato punito con quattro mesi di carcere per il sottufficiale Fabio Tomei, e altrettanti per l’allora recluso, Gianluca Piarulli. A far saltare l’incredibile tentativo di scambio era stato proprio il detenuto. Per pavoneggiarsi con la compagna le diceva al telefono: «Sai, sono riuscito a ottenere una cella migliore grazie a una guardia penitenziaria. In cambio chiedi ai miei se possono piazzare il fratello in azienda». Dall’altra parte, però, c’è chi quella conversazione la sta sentendo e non crede alle sue orecchie. Viene avvertita la direzione e scatta l’inchiesta”.

“Per l’ispettore Tomei ritrovarsi sul banco degli imputati dopo una vita trascorsa a monitorare detenuti è stato un brutto colpo. «Mai favorito i carcerati, tanto più a fini personali», si è difeso. «Serviva un idraulico in un’altra sezione e visto che sapevo che il detenuto era specializzato nel settore l’ho semplicemente segnalato». Il resto è lo stesso Piarulli a spiegarlo: «Quando ho visto quel poliziotto in carcere ho capito che lo conoscevo da quando avevo due anni. Eravamo tutti e due di Tor Marancia. E da bambino giocavo con suo fratello. “Come sta?”, gli ho chiesto. E lui mi ha spiegato che era disoccupato. Allora gli ho detto che mi sarei attivato». I fatti risalgono all’agosto del 2010. Il 27 Piarulli viene trasferito dalla terza alla seconda sezione (tre posti letto invece di sei a stanza) e il 28 chiama a casa per chiedere un posto da facchino per il fratello dell’ispettore”.

“Il difensore dell’agente, l’avvocato Domenico Naccari anticipa già che punterà all’appello. «Il mio assistito non ha compiuto alcun tipo di reato. Il sottufficiale, sempre lodato per la professionalità, era addetto alla sorveglianza generale. Dimostreremo che il trasferimento del detenuto non era dettato da un favoritismo ma da ragioni di necessità. Serviva un idraulico». L’inchiesta, avviata dal pm Vincenzo Barba, ha fatto saltare l’assunzione del fratello dell’ispettore, mentre Piarulli, nel giro di poche settimane, è tornato in una cella con cinque compagni”.

Published by
Lorenzo Briotti