ROMA – Il tribunale di Roma si è dichiarato incompetente sul processo in merito al tentativo di scalata di Bnl da parte del cosiddetto ”contropatto”. Il tribunale ha stabilito l’invio degli atti a Milano perché la competenza si radica nel capoluogo lombardo visto che lì si sarebbe consumato il fatto più grave e cioè il reato contestato dall’accusa di aggiotaggio.
La decisione presa dalla V sezione penale del Tribunale capitolino si riferisce in particolare al reato di aggiotaggio che si e’ compiuto con l’acquisto da parte della Banca di Lodi, avvenuto il 10 maggio del 2005, delle azioni della Bnl. A Roma erano finiti alla sbarra 15 persone tra cui di Stefano Ricucci, Vito Bonsignore, Danilo Coppola, Giuseppe Statuto, Ettore e Tiberio Lonati, Emilio Gnutti, Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti (capi di Unipol), Gianpiero Fiorani e Gianfranco Boni (di Bpi), Francesco Gaetano Caltagirone e l’ex Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio. A processo anche l’ex presidente della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Guido Leoni. Nei loro confronti, a seconda delle posizioni, le accuse sono di aggiotaggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorita’ pubbliche di vigilanza, quindici persone.
Il 30 maggio scorso la corte d’appello meneghina, chiamata ad occuparsi della stessa vicenda, ha assolto perche’ il fatto non sussiste l’ex governatore della Banca d’Italia, Fazio e Caltagirone e altre persone implicate nella vicenda. Il tribunale di Milano aveva anche ridotto le condanne inflitte a Giovanni Consorte, Ivano Sacchetti.
Secondo l’impianto accusatorio, sostenuto dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e dai sostituti Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli, gli imputati avrebbero messo in atto un accordo occulto finalizzato, tra il 2004 e il 2005, al rastrellamento di azioni dell’istituto di credito per contrastare gli spagnoli del Banco di Bilbao a un passo dall’acquisto dell’istituto di credito grazie all’appoggio di Generali e Diego della Valle.