MILANO, 6 DIC – ''Leggo su alcuni quotidiani una fantasiosa ricostruzione di quanto accaduto nell'udienza di ieri a Milano e riguardante la linea di difesa adottata in ordine alla pubblicazione di una intercettazione''. Cosi' Niccolo' Ghedini, difensore di Silvio Berlusconi, commenta, in una nota, alcuni articoli pubblicati oggi riguardo all'udienza preliminare chi si e' aperta ieri e vede imputato l'ex premier per il caso della fuga di notizie sul 'nastro' Fassino-Consorte.
''Durante l'udienza – precisa Ghedini – tenutasi in Camera di consiglio, fra i molti argomenti utilizzati dalla difesa per contrastare la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell'on. Silvio Berlusconi, si e' ritenuto di evidenziare, in via subordinata, una sentenza della Corte Europea che si attagliava al caso di specie''.
Sentenza, del giugno scorso, che stabilisce che il diritto all'informazione deve prevalere sul segreto degli atti istruttori. ''E' evidente – aggiunge Ghedini – che, al di la' di ogni convinzione personale o politica, e' obbligo deontologico del difensore segnalare qualsiasi elemento che possa essere favorevole al proprio assistito. Spessissimo si utilizzano e depositano, per argomentare, sentenze della Corte Costituzionale o della Corte di Cassazione, totalmente non condivise ma che sono applicabili favorevolmente al caso specifico. Cio' non vuol dire ovviamente che le si condividano''.
''La mia posizione personale sul punto – spiega ancora – e' piu' che nota ed e' anche cristallizzata in un intervento in Commissione Giustizia e si puo' sintetizzare nella necessita' di regolamentare in modo diverso le intercettazioni, privilegiando se possibile quelle preventive per offrire ancora piu' strumenti alla lotta alla criminalita', nell'evitare ogni deposito di materiale processualmente inutile e nell'individuare in caso di illecite pubblicazioni sanzioni diverse da quelle penali, quali quelle interdittive''.
''Non vi e' quindi alcuna contraddizione – conclude Ghedini – e non vi potrebbe comunque essere per le ragioni esposte in tema di obblighi defensionali, poiche', pur condividendo culturalmente la posizione della Corte Europea ed auspicando che si possa addivenire ad una legge che ne tenga pienamente conto, il provvedimento all'esame del Parlamento e' un accettabile compromesso, in tema di responsabilita' penale tenuto conto anche delle modifiche intervenute proprio in tema di sanzioni, fra le mie convinzioni e quelle dei colleghi parlamentari che unitamente a me vi hanno lavorato''.
