ROMA – E’ ”ingiustificato” il ricorso al numero chiuso per l’accesso alla facoltà di veterinaria secondo gli attuali criteri. Lo sostiene l’Antitrust che a questo proposito ha inviato una segnalazione a Governo e Parlamento. Secondo l’Autorità, ”una determinazione del numero di posti universitari disponibili, effettuata anche sulla base di valutazioni attinenti al fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo, appare idonea a restringere ingiustificatamente l’accesso al corso di laurea in medicina veterinaria e a limitare, per tale via, l’accesso alla professione citata”.
L’Antitrust non ritiene condivisibile la scelta legislativa secondo cui, per la determinazione del numero chiuso in medicina veterinaria, debba essere presa in considerazione la situazione occupazionale dei veterinari che operano nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale. ”Infatti, tale valutazione – spiega – comporta un’artificiosa predeterminazione del numero dei potenziali professionisti e determina, dal punto di vista economico, un ingiustificato irrigidimento dell’offerta di prestazioni veterinarie. La determinazione di tale numero, coerentemente con la finalità che con lo stesso vorrebbero perseguirsi, dovrebbe, invece, fondarsi esclusivamente su valutazioni attinenti all’adeguatezza dell’offerta formativa universitaria”.
L’Antitrust sottolinea quindi la necessità di rivedere il processo di determinazione del numero chiuso ”mediante l’abolizione di tutte le disposizioni normative che prevedono la verifica del fabbisogno produttivo, in quanto barriere all’entrata volte a definire ex ante e in modo restrittivo il numero di potenziali operatori che forniscono le prestazioni veterinarie”.