BARI – Per ostacolare la riforma dell’Universita’, poi approvata dal Parlamento nel dicembre 2010, un gruppo di docenti universitari, indagati a Bari per aver manipolato una decina di concorsi in tutta Italia, avrebbe ipotizzato di esercitare pressioni anche sull’ex ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini.
E’ uno dei particolari che emerge dalle indagini su una presunta rete nazionale che avrebbe gestito illecitamente i concorsi per docenti di I e II fascia di diritto costituzionale, canonico e pubblico applicato.
Nel fascicolo, aperto nel 2008 per fatti risalenti agli anni 2006-2011, la procura di Bari ipotizza i reati di associazione per delinquere finalizzata a corruzione, abuso d’ufficio e falso ideologico a carico di 22 docenti di 11 citta’ italiane.
Dell’opportunita’ di ”convincere” il Governo a rivedere quella riforma, i docenti – a quanto si apprende – ne avrebbero parlato tra di loro al telefono, ignari del fatto che le loro utenze erano intercettate dalla Guardia di Finanza. La riforma universitaria cui si fa riferimento e’ quella che riguarda anche l’adozione di un codice per evitare incompatibilita’ e conflitti di interesse legate a parentele all’interno dello stesso ateneo.
La riforma modifica, inoltre, le procedure di valutazione degli aspiranti professori di prima e seconda fascia e dei ricercatori attraverso l’introduzione di criteri di sorteggio per i membri delle commissioni esaminatrici, con lo scopo di impedire la rideterminazione dell’esito dei concorsi.