Parentopoli ha i giorni contati. Se per rendere operativa la gran parte delle nuove norme sugli atenei, una volta approvato il disegno di legge, bisognerà aspettare il varo dei decreti attuativi, alcune novità potranno varcare le porte delle università da subito. E’ senz’altro così per gli interventi volti ad arginare il fenomeno di Parentopoli che nelle ultime ore, a ridosso del rush finale della riforma, sembra aver avuto un’accelerata sospetta.
Già dal primo giorno dell’entrata in vigore della legge saranno stoppate le assunzioni facili: non si potranno, infatti, avere, all’interno dell’ateneo, parentele fino al quarto grado per partecipare ai concorsi, anche per ricercatori e assegnisti.
Ma anche per altri interventi non sarà necessario aspettare i decreti attuativi. Anche gli assegni di ricerca potranno essere banditi all’indomani dell’entrata in vigore della legge senza alcun ulteriore intervento normativo. Sarà sufficiente un decreto del ministro per alzarne il tetto. E lo stesso vale per i posti di ricercatore, per i quali il disegno di legge richiede solo un semplice regolamento di ateneo.
In questo caso, dunque, eventuali ritardi sarebbero imputabili esclusivamente alle singole università. E dovrebbero partire in tempi brevi anche i concorsi. I decreti attuativi sul reclutamento sono, infatti, già pronti e il ministro dell’Istruzione conta di portarli al primo consiglio dei ministri che verrà convocato dopo l’ok del Senato alla riforma. Si tratta di provvedimenti che mettono in moto il processo concorsuale definendo le regole per l’abilitazione nazionale dei professori e riducendo i settori disciplinari.
[gmap]
