SIENA – Sono 23 gli indagati per il dissesto finanziario che ha messo k.o. l’Università di Siena. Scrive il Corriere della Sera che le indagini record, durate tre anni e sette mesi, hanno visto coinvolti due ex magnifici rettori: Piero Tosi e Silvano Focardi. “Una delle vicende più controverse che abbiano mai interessato giudiziariamente un ateneo” scrive il Corriere della Sera che da notizia degli imminenti avvisi di garanzia.
Secondo quanto riporta il Corriere, dei ventisette inquisiti dello scorso anno si è scesi a quota 23 e i loro nomi sono tuttora anonimi. I reati contestati sono di peculato, truffa, abuso d’ufficio e falso ideologico. Il deficit che ha gettato sul lastrico l’ateneo toscano è stato quantificato dalla procura, nonostante il malcontento dei pm, e dovrebbe aggirarsi attorno ai 200 milioni.
La voragine finanziaria, sempre secondo le indiscrezioni riportate dal Corriere, è stata in parte recuperata con manovrine “lacrime e sangue”, tra le quali la vendita dell’ospedale delle Scotte alla Regione per 108 milioni e un palazzo ceduto a un istituto previdenziale al quale non erano stati versati i contributi. Oltre alla vendita dei “gioielli di famiglia”, i tagli hanno riguardato anche alcune cattedre di dottorato.