ROMA – Contraria all’abolizione dei test per l’accesso alle facoltà a numero chiuso, il ministro Gelmini ha avviato però da tempo un confronto con i presidi, il Cun e il Consiglio nazionale degli studenti per modificare criteri e modalità di stesura dei quesiti. In occasione del question time alla Camera, oltre a ribadire l’inadeguatezza dei test di cultura generale attualmente proposti ha ipotizzato il ricorso a graduatorie che comprendano almeno due o tre sedi, di norma su base regionale, per ampliare le chance degli studenti.
La necessità di metter mano alla materia è stata sottolineata più volte da più parti. Se l’Unione degli universitari ha sempre criticato i test di accesso ritenendoli una ”selezione a priori del diritto allo studio”, la Cgil ha proposto, almeno per Medicina, un’unica graduatoria nazionale e test con domande attinenti alla preparazione scientifica necessaria. Ora il ministro dell’Istruzione ha chiesto al Tavolo tecnico istituito presso il dicastero di viale Trastevere. Ne fanno parte i presidenti delle conferenze dei presidi dei corsi interessati (medicina e chirurgia, veterinaria, odontoiatria, area sanitaria, architettura e scienza della formazione), rappresentanti della Crui, del Cun e Cnsu nonchè alcuni esperti di valutare la fattibilità, già da quest’anno, di graduatorie che comprendano, di norma su base regionale, almeno due o tre sedi.
Il problema, infatti, è che ciascun candidato compete per una sola sede e può quindi risultare escluso da tutto il sistema anche se, magari, con il punteggio ottenuto avrebbe potuto guadagnare una buona posizione nella graduatoria di un altro ateneo. Concorrere simultaneamente per più sedi sostenendo un solo test allargherebbe dunque il ventaglio di opportunità. Si starebbe anche valutando la possibilità di far valere lo stesso test per l’accesso al corso di laurea sia in medicina sia in odontoiatria.
Annunciato già da tempo, un alleggerimento, nei test, del peso delle domande di cultura generale (soprattutto per l’accesso alle facolta’ di medicina), pare ormai scontato e di imminente introduzione (probabilmente già dal prossimo anno accademico). ”Concordo sul fatto che i test di cultura generale – ha ammesso anche oggi il ministro Gelmini – siano scarsamente adeguati al tipo di selezione di cui abbiamo bisogno. Serve più qualità, trasparenza e una valutazione effettiva dell’idoneita’ degli studenti oltre che della loro competenza. Credo sia urgente sostituirli in tutto o in parte con quesiti di natura logico-deduttiva che premino soprattutto le capacita’ di analisi e di ragionamento dei candidati”.