Vaccini in vacanza, Figliuolo dice sì alle Regioni. Via libera dal Commissario per l’Emergenza Francesco Figliuolo alla possibilità di farsi somministrare la seconda dose del vaccino nei luoghi di vacanza. Cioè in una Regione diversa dalla prima somministrazione.
Esultano i presidenti di Regione che premevano per il nulla osta centrale. Che è arrivato senza particolari entusiasmi (“più uno spot che una necessità”, minimizza Figliuolo).
Vaccini in vacanza, Figliuolo dice sì alle Regioni
Il Commissario, visibilmente soddisfatto per il procedere spedito della campagna vaccinale (“questa è la bella Italia”), rassicura anche sulla capacità di approvvigionamento di una terza dose.
La prospettiva di durata del vaccino è al momento la copertura di un anno, ma non si sa mai: la riserva di vaccini è già largamente sufficiente.
Tanto che si parla già di vaccinare anche i bambini fino a sei anni. La vaccinazione di massa partita fra i giovani (fino a 12 anni) garantirà, secondo Figliuolo, la riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza (ma con la mascherina).
“Le Conferenza delle Regioni mi ha chiesto la possibilità di essere ancor più flessibile e dare la facoltà di fare anche in casi particolari la seconda dose in vacanza. Ho appena firmato la risposta.
Per la struttura va bene, ci organizzeremo e faremo gli opportuni bilanciamenti logistici delle dosi. Dal punto di vista dei flussi informativi le procedure sono già state limate. Ora le Regioni le dovranno mettere in pratica”. Così il Commissario per l’Emergenza, Francesco Figliuolo, a Radio 24.
Vaccini in vacanza, più uno spot che una necessità”
L’ipotesi vaccini in vacanza “è più uno spot che una necessità, già siamo organizzati per i lavoratori non residenti o chi si sposta in altra regione per lungo tempo, poi c’è flessibilità sulla seconda dose per scaglionarla”.
“Già opzionata la terza dose, riserva robusta”
“Non sappiamo ancora quanto ‘durerà’ questo vaccino, noi ragioniamo come se durasse un anno. Posso dire che abbiamo già opzionato di concerto con l’Unione europea, una quantità tale di vaccini, per coprire tutta la popolazione con un’ulteriore dose ed anche con una robusta riserva”.
“Per la futura vaccinazione immagino uno spostamento dagli hub agli ospedali, medici di base, farmacia, punti vaccinali aziendali”, aggiunge.
“Al 48% degli italiani la prima dose. Questa è la bella Italia”
Ad oggi sono state somministrate oltre 39 milioni e 300 mila dosi di vaccino: gli italiani che hanno ricevuto la prima dose sono circa 26 milioni, quasi il 48%”.
“Questo grazie alla grande efficienza raggiunta dalla macchina – ha ricordato il generale – con una media di somministrazioni compresa tra il 90 e il 95% delle dosi consegnate. E’ la bella Italia che quando si mette assieme e fa squadra, vince”.
Scuola. “Non è detto non si arrivi a vaccinare fino a 6 anni”
“Ora abbiamo la possibilità di vaccinare dai 12 anni in su, quindi gran parte degli studenti. Infine non è detto che non arrivino ulteriori autorizzazioni per arrivare ai 6 anni”.
Quindi l’architrave del discorso scuola, per riaprirla in massima sicurezza in presenza, è quello della vaccinazione, poi continueremo con il tracciamento e il diradamento, per questo all’inizio del prossimo anno scolastico sarà necessaria ancora la mascherina insieme ad ulteriori misure per mitigare i rischi”.