
Vaiolo delle scimmie, primo caso in Italia: è un uomo rientrato dalle Canarie (foto Ansa)
E’ stato identificato il primo caso di vaiolo delle scimmie in Italia. Si tratta di un uomo rientrato dopo un soggiorno alle Isole Canarie che si è presentato al pronto soccorso. dell’Umberto I. Lo Spallanzani spiega che il “quadro clinico è risultato caratteristico e il monkeypox virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e dissequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee”.
La persona, prosegue l’ospedale, “è attualmente ricoverata in isolamento in discrete condizioni generali” e “sono in corso le indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti”.
Altri due casi sospetti
Sempre allo Spallanzani sono sotto osservazione altri due casi sospetti. Lo rende noto lo stesso ospedale sottolineando che “al momento i tre casi osservati e gli altri casi verificatesi negli altri Paesi europei e in Nord America non presentano segni clinici di gravità”.
La trasmissione, dice ancora lo Spallanzani, “può avvenire attraverso le goccioline di saliva e il contatto con le lesioni o i liquidi biologici infetti”.
La nota dell’Oms
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) “continua a monitorare da vicino la situazione in rapida evoluzione”. Lo afferma la stessa Oms in relazione ai casi di vaiolo delle scimmie segnalati, a partire dall’inizio di maggio, in Gran Bretagna, Spagna e Stati Uniti. Al momento, l’Oms “non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi e gli scambi commerciali con il Regno Unito sulla base delle informazioni disponibili in questo momento”.
AIl vaiolo delle scimmie, spiega la nota, è una malattia “molto rara” che si presenta generalmente con “febbre, mialgia, linfoadenopatia (ghiandole gonfie) e un’eruzione cutanea sulle mani e sul viso, simile alla varicella”. La salute dei pazienti sospetti evolve “favorevolmente”. anche se è necessario mantenerli “sotto osservazione” per la possibilità che qualcuno possa aver bisogno di un ricovero, affermano le autorità sanitarie. In genere, aggiunge il comunicato, “la sua trasmissione avviene per via respiratoria”, ma, per le caratteristiche dei 23 casi in fase di analisi, il sospetto è che il possibile contagio potrebbe essere avvenuto attraverso il “contatto con le mucose durante rapporti sessuali”.