Le valanghe hanno funestato il week end di tutti gli appassionati della montagna e hanno provocato un bilancio di vittime pesantissimo: cinque morti, alcuni feriti gravi, altre persone disperse e tratte in salvo dopo ore.
La prima vittima è stato Sergio Pennacchio, un giovane di 25 anni, morto in Val di Scalve, in provincia di Bergamo. L’uomo è stato travolto dalla valanga scesa intorno alle 15 a circa duemila metri di quota, nel comune di Colere tra i rifugi Albani e Cima Bianca. Le squadre dei soccorritori, intervenuti da Valbondione e da Schilpario, hanno lavorato per quasi due ore con le motoslitte e un gatto delle nevi, nel tentativo di trovare il disperso ancora in vita.
Sabato
È stata la giornata più difficile. Gli allarmi sui rischi di slavina sono rimasti spesso inascoltati e i soccorsi non hanno potuto impedire che tre scialpinisti perdessero la vita.
Il primo incidente è stato in Valle d’Aosta. Uno sciatore, Miroslav Mantinec, è stato colpito da una valanga a Valtournenche, nella zona del Monte Roisetta. L’uomo, impegnato in una gita di eliski, è stato subito estratto dalla neve dai suoi compagni. Sul posto è intervenuto il Soccorso alpino valdostano con il medico del 118 che per circa un’ora ha cercato invano di rianimarlo. L’allerta valanga era scattata anche nel primo pomeriggio a Flassin (Saint-Oyen), nell’alta valle del Gran San Bernardo. A dare l’allarme sono stati quattro scialpinisti che hanno visto una slavina staccarsi.
La seconda vittima è morta in Trentino, sull’altopiano della Paganella. Si tratta un poliziotto di Macerata: si chiamava Paolo Vincenzetti, 29 anni, in servizio alla Polfer di Lecco. Era in Trentino per una settimana bianca, insieme a due amici, anche loro maceratesi. Il decesso è avvenuto per arresto cardiocircolatorio. I tre si erano avventurati, due a piedi e uno con le ciaspole, a cercare uno snowboard smarrito nella zona Dosso Larici.
In Val Pusteria, uno scialpinista è morto dopo essere stato travolto da una valanga caduta sulle montagne dell’Alto Adige, nei pressi di monte Elmo a Sesto Pusteria. Intorno alle 10 di mattina, due scialpinisti sono rimasti vittima del distacco di una massa di neve a quota 2.200 metri circa. Immediato l’intervento di due elicotteri e di un mezzo proveniente dalla vicina Austria. L’allarme è stato lanciato dall’amico rimasto fortunatamente illeso. Nella zona le condizioni meteo sono difficili. Il corpo del giovane escursionista è stato trovato quasi due ore dopo.
Val Seriana (Lombardia). Si sono salvati per miracolo due alpinisti investiti da due valanghe cadute poco dopo mezzogiorno in alta val Seriana, in provincia di Bergamo, dalla parete rocciosa di Lizzola, a qualche centinaio di metri a valle del rifugio Mirtillo. I due sono riusciti ad allontanarsi dalla zona in tempo ed essere investiti solo dai margini di una delle valanghe, riuscendo poi a mettersi in salvo da soli. Sul posto sono giunti una trentina di volontari del Soccorso alpino e due elicotteri del 118. Venerdì pomeriggio in val di Scalve, sempre in provincia di Bergamo, un’altra valanga ha travolto e ucciso Sergio Pennacchio, un bresciano di 25 anni.
Uno sciatore polacco è morto all’ospedale di Trento dove era stato ricoverato per ipotermia dopo essere stato travolto da una valanga. L’episodio è avvenuto in Alto Adige nella zona di Sesto Pusteria (la stessa dove già ieri era morto un altro uomo). Lo sciatore, 25 anni, stava facendo un’escursione con due amiche che sono riuscite a sfuggire al fronte della valanga che ha centrato l’uomo.
Bormio 3000. Nella zona di Bormio 3000, in provincia di Sondrio, due escursionisti sono stati travolti da una valanga: incolume uno dei due mentre l’altro è rimasto ferito, riportando un politrauma.
Monte Olano. A distanza di due ore da quella a Bormio 3000, un’altra valanga ha travolto due persone nella zona di Monte Olano in media Valtellina. Uno dei due è riuscito a uscire incolume, mentre l’altro, estratto dalla neve dopo qualche tempo dai volontari del soccorso alpino e dai militari della Gdf di Bormio, è stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Bergamo, per diversi traumi e per un serio stato di ipotermia.