Renato Vallanzasca potrà usufruire del lavoro esterno. Per il criminale, condannato a quattro ergastoli per complessivi 260 anni di carcere, scatta, da lunedì 8 marzo, il regime di sembilibertà. Alle 7:30 di ogni mattina, quindi, Vallanzasca potrà uscire dal carcere milanese di Bollate ed andare a lavorare in una pelletteria gestita da una cooperativa sociale. Alle 19, tassativo, il ritorno in cella.
Fino a questo momento all’ex leader della mala milanese erano stati solo permessi per vedere l’anziana madre e sposarsi con la moglie Antonella. Vallanzasca è in carcere da quarant’anni, inframmezzati da alcune evasioni.
La sua intenzione è quella di diventare grafico-disegnatore, ma questo dopo aver appreso i rudimenti dell’arte della pelletteria. Vallanzasca usufruisce non di una misura alternativa ma di un permesso, in base all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, che può essere concesso anche a chi è stato condannato all’ ergastolo ma ha scontato almeno dieci anni.
Vallanzasca, negli anni ’70 è stato autore di numerosi furti e rapine. Arrestato una prima volta nel 1972 riuscì ad evadere dall’ospedale dove era stato ricoverato perchè si era ammalato di epatite iniettandosi le urine per via endovenosa. Dopo nuove rapine e sequestri di persona fu arrestato nuovamente nel 1977. Nel 1979 prova di nuovo la fuga ma viene riacciuffato dopo un conflitto a fuoco. Vallanzasca, detto “il bel Renè” è in carcere definitivamente dal 1980.