Pace fatta tra Antonello Venditti e la Regione Calabria. Il cantautore, al centro di un terremoto mediatico negli ultimi giorni dopo aver pronunciato frasi giudicate offensive su questo territorio, oggi si è chiarito in un incontro a casa sua, a Roma, con il sindaco di Reggio Calabria Sergio Scopelliti, e ha manifestato l’intenzione «di fare tutto il possibile per partecipare al rilancio di una regione che amo molto».
Si comincerà con un’intervista pubblica, che dovrebbe tenersi a Reggio Calabria fra qualche settimana, in cui Venditti, insieme al sindaco della città e al giornalista Pierluigi Diaco, che ha fatto da paciere, vuole spiegare direttamente ai calabresi il senso delle sue frasi (si era chiesto «perchè Dio ha fatto la Calabria, dove non c’è niente. Io spero che si faccia il ponte, almeno la Calabria esisterà »).
«Venditti mi ha spiegato che quello che ha detto era una provocazione artistica, voleva essere un messaggio positivo, ma è stato mal comunicato e riportato – dice Sergio Scopelliti – ha anche ribadito che vuole essere parte della crescita e rinascita di una terra a cui è molto legato». Conferma Venditti: «Mi metterò a servizio della Calabria onesta pulita e sincera, come sono sono io».
Le frasi dette in quel concerto in Sicilia, di un anno e mezzo fa «sono state totalmente travisate. Stavo introducendo “Stella”, una canzone che dedico sempre a Antonino, Rocco e Vito, la scorta di Falcone e, d’impeto, rispondendo a una signora ho parlato della Calabria, ma le mie erano parole che volevano essere di speranza sottolineavo che era necessario si facesse qualcosa per aiutare questa regione. Ognuno ha preso da quel discorso, per le motivazioni più diverse, invece, solo quel che c’era di più negativo».
Il cantautore è convinto che «qualcuno che mi vuole male, abbia fatto uscire, adesso, scientificamente questo frammento di concerto. È una cosa che mi spinge a mettere in mettere in guardia dall’uso improprio che si può fare di internet. L’indignazione se c’è è immediata, questa è venuta dopo un anno e mezzo. Una mattina mi sono ritrovato in mezzo a tutto questo senza sapere neanche perchè. Io poi non ho neanche un computer ma vedevo l’imbarazzo di chi doveva dirmi quello che il popolo calabrese pensava di me. È una situazione che ho vissuto male. Non posso accettare di essere giudicato razzista, dopo aver combattuto ogni forma di razzismo tutta la vita».
Ora, spiega Venditti «studieremo insieme al sindaco di Reggio Calabria e al presidente della Regione il modo in cui posso rendermi utile per dare il mio contributo ad aiutare la Calabria. Sono a loro disposizione». Diaco, che ha deciso di fare da paciere sia perchè di origine calabrese che per la sua amicizia con Venditti aggiunge che «l’incontro di oggi è la prova generale di quello che faremo a Reggio Calabria».
