Venetisti, arsenale albanese e indipendenza: “La polizia starà con noi”

Venetisti, arsenale albanesi e indipendenza: “La polizia starà con noi”

VENEZIA – La sfiducia nella politica, anche in quella in passato percepita come più vicina. E poi l’idea, un po’ folle, che alla fine la polizia almeno in parte si schiererà con loro. Fino al delirio su future relazioni internazionali del Veneto indipendente “amico” della Serbia. In mezzo l’ossessioni delle armi, “quelle che sparano davvero”, sul come procurarsele e sul quando e come usarle.

C’è questo e altro nelle intercettazioni della Digos sui secessionisti veneti. Intercettazioni che sono un elemento decisivo nel blitz che mercoledì mattina ha portato all’arresto di 24 persone.

Alcune di queste intercettazioni le riporta il Fatto Quotidiano dividendole per tema. In una due indagati parlano di politica e insultano anche un leghista, definito “l’ebete di Varese”. Non fanno nomi. Difficile però non pensare all’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, nato proprio a Varese.

Contin: guarda che siamo solo noialtri che possiamo cambiare la storia…dal ’97 in qua…tutti i tentativi politici ce l’hanno fatto prendere in quel posto…se qualcuno ha una soluzione migliore della nostra dammi l’indirizzo che mi metto subito a sua disposizione…
Gerry: dammi l’indirizzo..addirittura…
Contin: noialtri siamo sicuri di vincere
Gerry: ma…io…non dispero nella politica
Contin: no…no…la politica…anche perché è fatta all’italiana…guarda…la politica bisogna che te la rotoli sul sistema italiano…hai capito? Non puoi andare fuori…hai visto che ha fine ha fatto quell’ebete di Varese? Bisogna essere realisti ma in maniera fanatica perché se no guarda non ce la facciamo…perché passa tempo…ed abbiamo due nemici: lo Stato italiano e il tempo che abbiamo a disposizione…”

Poi c’è la questione armi. Un chiodo fisso. In una prima intercettazione, uno degli arrestati, Giancarlo Orini, spiega che è il momento di caricare i candelotti di dinamite:

“Ma è arrivato il momento di combattere, ragazzo... se stiamo qui a aspettare, qui tra poco salta tutto”.

L’interlocutore risponde: ”Male che vada nella peggiore delle ipotesi ci troviamo a casa mia a tagliare su un salame…”.

Orini risponde: “No, più che tagliare il salame noi abbiamo bisogno di caricare i candelotti di dinamite”.

Di armi, e di un arsenale albanese si parla in un’altra intercettazione, riportata dal Fatto Quotidiano:

Lanza: Sono in aereo che bisogna che spenga il cellulare
Faccia: Ah, sei in aereo…e dove stai andando di bello?
Lanza: Sto andando in Albania dagli amici (…) e ci troviamo sabato mattina prossimo che dobbiamo andare a lavorare là all’arsenale…
Faccia: Va ben
Lanza: A un certo punto noi alla Serbia abbiamo detto: “Guardate che noi abbiamo bisogno di un Paese amico…siamo veneti”…io sono…noi non abbiamo mai riconosciuto il Kosovo, per noi è stata una delle ingiustizie bestiali…invece il nostro popolo che è sempre stato amico della Serbia e c’è la storia…infatti io devo portargli una bandiera…(incomprensibile) al Primo Ministro…sarò ricevuto in udienza con l’interprete…stiamo preparando adesso però…allora molto probabilmente io so cosa ci rispondono: “Noi vi riconosciamo, ma prima dovete fare voi un passo avanti”…e noi il TANK…quello è il lavoro che stiamo facendo (…) e se in un Paese neutrale l’ambasciatore estero dovesse fare una conferenza stampa con noi…cosa ne pensi? Meneghelli: il Veneto vuole andare.

Infine la polizia. Che a detta dei separatisti finirà per allearsi con i vincitori.Cioè loro.

Orini: Allora…Adalberto sta attento cosa dovrebbe succedere. Allora…ci sarà una piccola parte o dei carabinieri o della polizia che starà dalla parte degli insorti”
Adalberto: Dici?
Orini: Poi una piccola parte sempre dei carabinieri o della polizia o della guardia di finanza che starà dalla parte dello Stato…la parte più forte che potrebbe essere l’esercito e gli altri che se ne stanno a guardare…staranno a vedere…staranno a vedere e si metteranno dalla parte dei vincitori come è successo in altri paesi…
Adalberto: In Libia…
Orini: in Libia esatto…zio porco…

Published by
Emiliano Condò