
Acqua alta a Venezia (foto Ansa)

ROMA – Nuova allerta di marea eccezionale per domenica 16 novembre: il Centro maree del Comune di Venezia prevede per le ore 12.30 un picco di 160 centimetri. La previsione รจ aggravata dal fatto che i modelli di calcolo prefigurano per la laguna un’intera mezza giornata di marea oltre il metro. Il massimo di 160 รจ preceduto da un precedente di 130 centimetri alle ore 3.05 e da un “minimo” di 110 centimetri alle ore 6.50.
L’allarme degli esperti: “Maree correlate al clima”.
Un evento scaturito dai cambiamenti climatici e che per questo motivo potrebbe ripetersi sempre piรน frequentemente. E’ la tesi di alcuni esperti sulla marea record di Venezia, che lanciano l’allarme.
Ad affermarlo, in particolare, รจ la biologa marina Mariasole Bianco, vice presidente della Wcpa, la Commissione mondiale sulle aree protette della Iucn-Unione internazionale per la conservazione della natura.
Parlando al Festival del futuro a Verona, Bianco ha spiegato che “quello che รจ accaduto a Venezia non รจ solo correlato ai cambiamenti climatici, ma รจ fortemente correlato non รจ solo correlato ai cambiamenti climatici, ma รจ fortemente correlato”. E a proposito delle alte maree nella cittร lagunare ha aggiunto: “Il fatto รจ che questi eventi aumentano di frequenza e intensitร . La Basilica di San Marco รจ stata allagata sei volte in 1.200 anni, di cui tre solo negli ultimi vent’anni”.
Per la biologa รจ importante considerare il fatto che il pianeta Terra รจ coperto per il 71% da oceani. Oceani che per tantissimo tempo sono stati i grandi esclusi dai dialoghi internazionali sui cambiamenti climatici. “E non c’รจ niente di piรน sbagliato, perchรฉ invece hanno giocato un ruolo fondamentale”. L’allarme climatico รจ dunque l’unico segnale che si puรฒ dare per sensibilizzare e cercare di arginare i rischi di ‘disastri’ come quello accaduto a Venezia. “Abbiamo poco tempo – sostiene l’esperta -, ma ci restano ancora dieci anni e una responsabilitร enorme che condividiamo come persone che vivono su questo pianeta: cambiare rotta si puรฒ, ma bisogna fare in fretta. In mare tutto รจ connesso, รจ un sistema complesso, regolato da equilibri precari. Basti pensare che le barriere coralline rappresentano lo 0,1% degli oceani, perรฒ sopportano il 25% delle specie. Significa che senza barriere una specie su quattro sparirebbe. Si tratta di un grande indicatore su quelli che sono i cambiamenti climatici all’interno dell’ambiente marino”.
E’ per questo che – secondo la biologa – bisogna stare attenti alla febbre del pianeta, che in acqua ormai sale sempre di piรน. “Il mare – ha concluso – รจ stato un grande alleato, ha assorbito il 93% del calore dei gas serra, senza questo ‘aiuto’ la temperatura sul pianeta di 36 gradi superiore. Basti pensare che giร con uno o due gradi c’รจ grandissima differenza: bisogna immaginare il pianeta come se fosse un organismo, cambia molto se invece di 36 gradi sul nostro corpo abbiamo una temperatura di 38 o addirittura 39 gradi. Aver assunto tutto questo calore si tramuta in cambiamenti drastici, la temperatura aumenta fino a duemila metri di profonditร e dobbiamo tenere presente che gli oceani ci regalano giร il 50% dell’ossigeno che respiriamo”.
Diventa ovvia l’urgenza di agire, per evitare conseguenze drastiche. “Andando avanti cosรฌ – ha avvertito – nel 2050 avremo un crollo completo della filiera commerciale ittica, perchรฉ non ci saranno piรน pesci. Anche per l’inquinamento della plastica in mare – ha spiegato – il 2050 รจ un anno un po’ fatidico, se continueremo di questo passo, a paritร di peso ci sarร piรน plastica in mare che pesci. La barriera corallina supporta il 25% delle specie marine e con l’acqua sempre piรน calda le proiezioni a fine secolo prevedono che un corallo si scioglierร in sei mesi”. “Ci vuole qualcosa – ha concluso – che sia una rivoluzione culturale, una delle cose affrontare con urgenza รจ la riconnessione dell’uomo alla natura. E l’esempio che arriva dalla nuove generazioni รจ importante: talvolta sono piccoli gesti su un percorso di cambiamento che รจ fondamentale”.
Fonte: Ansa.
