Venezia. Rubavano quadri nelle case: copie al posto degli originali

VENEZIA – Il passepartout per entrare nelle case e palazzi veneziani e rubare quadri e oggetti di valore erano i domestici cingalesi, ma a tirare le fila di un 'sistema' che prevedeva l'inserimento nelle cornici di copie perfette dell'opera asportata sarebbe stato un nobile 'decaduto' ora latitante pare in Centro America.

Nella rete dei carabinieri sono caduti prima due collaboratori domestici e poi un esperto d'arte padovano, Claudio Mella, 61 anni, e un veneziano, Claudio Celadin, 56; all'appello manca solo Cristiano Barozzi, 69 anni, di antica famiglia lagunare e noto nel mondo dell'antiquariato locale, considerato elemento chiave dell'intera vicenda.

Il 'meccanismo' portato alla luce dai carabinieri – come e' stato ricordato oggi nel corso di una conferenza stampa di bilancio delle indagini – era geniale nella sua semplicita' e ognuno degli indagati aveva un ruolo specifico: Mella, esperto d'arte in contatto con la Soprintendenza alle Belle Arti di Padova, era la persona che oltre ad aver partecipato ai furti, aveva le giuste conoscenze per scegliere i quadri, per attribuire loro un valore e trovare gli acquirenti a cui rivenderli.

Celadin sarebbe stato invece incaricato di effettuare le fotografie dei quadri e di creare le copie da sostituire ai dipinti originali; Barozzi avrebbe avuto il ruolo di fare le sostituzioni dei dipinti e di rendere più credibili i falsi con dei piccoli ritocchi. Erano basisti i due cingalesi: Mohan Anton Jansz per garantire il furto dell'argenteria presso l'abitazione del Conte Marcello a Schio (Vicenza); Rodrigo Joseph Marshall Bastiankoralage aveva le chiavi delle case poi depredate.

L'indagine è iniziata con i sopralluoghi in tre case a Venezia, tutte derubate: presso la Casetta Rossa del D'Annunzio erano stati rubati 14 quadri, alcuni mobili antichi e varie suppellettili per un valore complessivo di oltre 300.000 euro; in un'abitazione di Campo San Maurizio erano scomparsi 9 dipinti con la contestuale sostituzione con altrettanti falsi (bottino 250.000); in una casa di Vicolo da Mula i ladri si erano appropriati di 6 dipinti, sostituiti con falsi (danno di 250.000 euro).

I militari hanno scoperto poi che i 15 dipinti erano delle litografie stampate digitalmente su tela, ritoccate ad arte ed inserite sulle cornici originali. Le indagini sui furti hanno portato al fermo, lo scorso novembre, di Bastiankoralage, e qualche settimana dopo di Jansz presso la residenza del Conte Marcello a Schio. A metà dello scorso gennaio l'Arma ha recuperato a villa Barbariga di Stra (Venezia) altri 12 quadri falsi, del tutto simili a quelli sequestrati in precedenza, denunciando il collaboratore domestico della vecchia proprietaria, ora collaboratore presso una famiglia di Roma.

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