Venezuela, liberato anche il secondo imprenditore rapito

Roberto Armellin

Finisce l’incubo anche per il secondo imprenditore veneto sequestrato in Venezuela. Roberto Armellin, il 48enne coneglianese sequestrato il 22 ottobre scorso in Venezuela, è stato finalmente liberato e sta bene. Al momento si trova a Caracas con la moglie Marlene ed il suocero, Walter Ianotto, 80 anni che era stato rapito con lui e liberato lo scorso 27 ottobre. Nei prossimi giorni Armellin rientrerà a Conegliano.

«E’ una grande notizia, perché l’hanno liberato e sta bene – commenta il sindaco, Alberto Maniero – Un imprenditore noto e stimato in città, che tutta la Comunità coneglianese aspetta a braccia aperte, con la gioia nel cuore. Siamo stati con il fiato sospeso per oltre due mesi e mezzo ma dentro di noi ci abbiamo sempre creduto sono stato personalmente vicino alla famiglia in queste settimane difficili e con Walter Ianotto ci siamo sentiti regolarmente».

«È stato proprio lui a darmi la lieta notizia .- prosegue il sindaco – A Natale gli avevo fatto l’augurio di rivedere presto il genero e mi era sembrato fiducioso. Ora aspettiamo il loro rientro per una grande festa di bentornato che vogliamo dare in Municipio».

Anche il Vicesindaco Paola Mirto Bettiol, vicina alla famiglia e che ha seguito sin dalle prime ore la vicenda, esprime la sua gioia: «Quando ho ricevuto la telefonata dalla figlia Cristina, la sorella di Roberto, piangeva e questo mi ha fatto temere il peggio. Poi ho capito che era un pianto di felicità. Lui l’aveva chiamata appena liberato. Siamo sempre stati fiduciosi e non vediamo l’ora di riebbracciarlo nella nostra città. È finito un incubo e siamo contenti di sapere che sta bene».

Secondo i familiari non sarebbe stato pagato alcun riscatto, anche se e’ certo che la banda criminale che lo aveva in ostaggio aveva avanzato richieste di denaro. Pochi giorni dopo il sequestro, una telefonata era giunta ai familiari dalla Colombia. Che si trattasse di un rapimento per estorsione, come avviene nella maggior parte dei casi in questo Paese, era certa anche la polizia venezuelana.

Per i familiari la liberazione del congiunto sarebbe stata dovuta alla mancanza di scelte alternative da parte dei sequestratori, a causa del ”progressivo accerchiamento della polizia”. Nessun componente dell’organizzazione criminale sarebbe stato tuttavia arrestato.

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luiss_vcontursi