
Migranti sul lungomare di Ventimiglia, 14 giugno 2015. Notte sugli scogli per una trentina di migranti che cercano da tre giorni di passare la frontiera tra Italia e Francia a Ponte San Ludovico, nel comune di Ventimiglia. Migrants sit along the sea front at the border between Italy and France, in the city of Ventimiglia, northwestern Italy, 14 June 2015. Italian cities have been struggling to cope with the huge flow of migrants brought to Sicily after being rescued in the Mediterranean Sea. ANSA/ CARLO ALESSI

VENTIMIGLIA – Davano cibo e tè ai migranti in strada. Per questo motivo tre francesi sono stati denunciati a Ventimiglia. Questo perchè la scorsa estate Enrico Iuculano, sindaco Pd della cittadina al confine tra Italia e Francia aveva firmato un’ordinanza che lo aveva portato alla ribalta nazionale: “Vietato dare da mangiare ai migranti”. Fino a oggi, però, non si era avuta notizia dell’applicazione di quella norma.
Ma il 20 marzo scorso un verbale è stato messo in mano dalla polizia a tre volontari che, arrivati dalla Francia, stavano distribuendo panini e tè caldo ad alcuni degli stranieri che ancora oggi stazionano a Ventimiglia tentando in qualche maniera di passare in Francia. I tre attivisti sono stati denunciati per aver contravvenuto all’ordinanza del sindaco.
L’ordinanza anti clandestini. Come scrive Claudio Del Frate per Il Corriere della Sera:
Fin dai giorni più «caldi» della crisi dei migranti a Ventimiglia, quando le presenze in città degli stranieri senza un tetto sopra la testa arrivavano a 600, ogni giorno un’auto arrivava da mentone, si fermava alla foce del fiume Roja, sotto il ponte dell’autostrada o in altri punti della città e si metteva a distribuire cibo e bevande in strada. In genere si rivolgevano a questi volontari i migranti che cercavano di non passare per i centri della Caritas o della Croce Rossa per non essere costretti a fornire generalità e a registrarsi; ma cadendo inevitabilmente in una situazione di clandestinità. Una «zona grigia» insomma che le autorità locali hanno cercato di contrastare. L’ordinanza del sindaco Iuculano si appellava a «ragioni igienico sanitarie». Ma come detto, fino a oggi quella disposizione era rimasta lettera morta.
