PALERMO – Prime tre condanne, con rito abbreviato, per il nuovo filone d’inchiesta sulla strage di Via D’Amelio, in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Il gup di Caltanissetta Lirio Conti ha condannato i collaboratori di giustizia Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina rispettivamente a 15 e 10 anni di carcere. A 12 anni, invece, è stato condannato il falso pentito Salvatore Candura. Spatuzza e Tranchina erano accusati di strage, mentre Candura di calunnia.
Il procedimento nasce dalle dichiarazioni dei due pentiti che, con le loro rivelazioni, hanno consentito di ricostruire le fasi preliminari della strage riscrivendo la storia dell’attentato e smascherando il clamoroso depistaggio di un gruppo di falsi pentiti, tra i quali Candura e Vincenzo Scarantino, costato l’ergastolo a 7 innocenti.
I familiari delle vittime si sono costituiti parte civile, rappresentati dagli avvocati Roberto Avellone, Mimma Tamburello, Fabrizio Genco e Giuseppe Ferro. “Questa sentenza – ha commentato il procuratore Sergio Lari- dimostra che la nostra tesi accusatoria ha retto. È positiva perché sono state accolte tutte le nostre richieste”.