«Sono sempre più in basso e la cosa peggiore è che non riesco ad uscirne. Tante volte mi sono svegliata la mattina convinta che l’avrei fatta subito finita, ma una volta davanti a lui non ne ho avuto la forza. Se amarlo significa star male, annullare se stessa, allora no, deve finire. Ieri sera per l’ennesima volta mi ha presa in giro, voglio odiarlo, odiarlo più di quanto lo amo, sono nauseata, disgustata da tutto questo non solo di lui, anche di me stessa perché non ho abbastanza rispetto di me per dire basta una volta per tutte. Hai ragione tu. Io merito qualcosa di più, qualcosa di vero e pulito». Questa è una delle lettere scritte da Simonetta Cesaroni, nel periodo di Natale del 1989, la giovane donna uccisa il 7 agosto del 1990 a Roma.
Le lettere di Simonetta, allegate agli atti dell’inchiesta da cui è scaturito il processo per omicidio volontario che comincerà il 3 febbraio prossimo davanti alla Corte di Assise nei confronti dell’ex fidanzato della ragazza, Raniero Busco, sono state lette nella trasmissione “Mattino Cinque” durante la quale è stata intervistata la moglie di Busco, Roberta Milletari.
«Ho sempre sognato di essere una donna – scrive Simonetta ad un’amica in un’altra lettera – ma per fare una donna ci vuole un uomo e non so se riuscirò a trovarlo. Ho imparato a mie spese che amare qualcuno non significa necessariamente essere felici perché amare senza essere riamati è sinonimo di sofferenza, solitudine continua e incessante. L’amore è fatto di piccole cose, un sorriso, una carezza… Invece io l’unica cosa che ho ricevuto in cambio è indifferenza e sesso. Tutto è così squallido. Mi fa sentire un oggetto nelle mani di una persona e la cosa brutta è che sono cosciente del fatto che un giorno, quando si sarà stufato di me, mi lascerà e sarà fiero di se stesso». «Vorrei che almeno una volta mi dicesse ti amo. Toccherei il cielo con un dito. Quest’anno caro Babbo Natale vorrei una cosa, forse l’unica che mi manca: il suo amore».
«Quello che stiamo subendo – ha detto Roberta Milletari durante la trasmissione di Canale 5 – è una grave ingiustizia. Noi lotteremo per noi e contro questa ingiustizia che può capitare a qualsiasi altro cittadino. La nostra è una famiglia normalissima ed è stata devastata da questa cosa senza prove, solo con indizi. Io sono convinta dell’innocenza di mio marito perché secondo me, se tu hai commesso una cosa del genere, poi un’ombra, un qualcosa ti resta, non puoi essere una persona normale».
