
VICENZA – Diciotto mesi di volontariato in una casa di riposo o in ospedale. Questa la condanna di 3 ragazzi che nel 2009 violentarono una compagna di scuola. All’epoca dei fatti i tre erano minorenni, quindi niente pena per loro, solo una semplice “punizione”. Una condanna che ricorda quella ai servizi sociali per il branco di 8 ragazzini che a Montalto di Castro stuprarono a turno una compagna di scuola.
Gianpaolo Iacobini sul Giornale spiega:
“Il prezzo da pagare per uno stupro di gruppo l’ha fissato il Tribunale dei minori di VicenÂza, ratificando l’accordo stretÂto tra Procura e difensori degli imputati. Un anno e mezzo di lavori di pubblica utilità per salÂdare il debito con la giustizia. Forse assisteranno gli anziani di una casa riposo o i pazienti di qualche ospedale della zona. Se vorranno, potranno dare una mano in qualche comuniÂtà o accompagnare i disabili. Di sicuro, non faranno neppure un giorno di carcere i compoÂnenti del terzetto che una sera d’estate di cinque anni fa abuÂsarono di una compagna di scuola”.
Prima l’alcol per quegli appena adolescenti nelle vie di Vicenza, poi lo stupro nella casa di uno dei ragazzini:
“Al padre che ignaro era anÂdata a riprenderla prima che scoccasse la mezzanotte la raÂgazzina non aveva avuto il coÂraggio di dire nulla. Poi, vinta la vergogna, l’amara confessioÂne, le medicazioni in ospedale, la denuncia in questura. E le inÂdagini, l’identificazione dei tre, la denuncia a piede libero con l’accusa di violenza sessuaÂle di gruppo”.
Il trio, davanti alla testimonianza della ragazzina, ha deciso di patteggiare la condanna:
“Ci si è fermati priÂma, con un patteggiamento che consentirà al trio, qualora il periodo di affidamento in proÂva dovesse filar liscio, di sentir dichiarare estinta la pena e laÂsciarsi tutto alle spalle, come se nulla fosse mai successo”.
Lo stupro nei tribunali non tutela così la vittima, spiega Iacobini:
“Così nel mondo che va alla roÂvescia sul banco degli imputati finiscono le donne: se lo stupro riguarda una fanciulla non più vergine «il trauma sarà da riteÂnersi più lieve » ed il maschio asÂsalitore «avrà diritto ad una condanna più lieve», ha stabiliÂto nel 2006 la Terza sezione delÂla Cassazione. La stessa che un paio d’anni fa ha bissato:quanÂdo lo stupro è di gruppo, in atteÂsa di giudizio è lecito adottare misure alternative alla carceraÂzione. E nell’ottobre del 2012 un’altra pronuncia da manuaÂle: se più sono i violentatori «va riconosciuto uno sconto di peÂna a chi non abbia partecipato a indurre la vittima a soggiaceÂre alle richieste sessuali del gruppo, ma si sia limitato a conÂsumare l’atto»”.
Motivo per cui non stupisce, spiega Iacobini, se la Corte di Cassazione ha “perdonato” al sessantenne la relazione con la bimba di 11 anni:
“Nessuna meraviglia, allora, se a dicembre la Suprema CorÂte ha cassato la condanna a 5 anÂni inflitta in Appello ad un sesÂsantenne che aveva allacciato una relazione con una bimba di 11 anni, affidata alle sue cure di operatore dei servizi sociali del Comune di Catanzaro: proÂcesso da rifare perché, seconÂdo gli ermellini, non s’era tenuÂto conto del fatto che i due «fosÂsero innamorati e che ciò costiÂtuisse un’attenuante»”.
